Roberto Zaffini: «La Lega di Bossi non c’è più. Ora vivo in mezzo al bosco»

La nuova vita dell'ex deputato e consigliere regionale «Scrivo libri in una casetta nella Gola del Furlo tra gli ululati dei lupi»

Roberto Zaffini: «La Lega di Bossi non c’è più. Ora vivo in mezzo al bosco»
Roberto Zaffini: «La Lega di Bossi non c’è più. Ora vivo in mezzo al bosco»
di Maria Teresa Bianciardi
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Sabato 27 Gennaio 2024, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 15:15

Quanti avranno pensato almeno una volta nella vita “lascio tutto e vado a vivere in montagna?”. Roberto Zaffini l’ha detto e l’ha fatto. Dopo una vita in politica, fedelissimo della Lega di bossiana impostazione, dopo un breve periodo in Parlamento e l’impegno da consigliere regionale, nel 2016 ha fatto armi e bagagli: ha lasciato Fano e con la sua compagna si è trasferito in un bosco dove ha una piccola casa di proprietà. «L’avevano acquistata i miei genitori quando ero piccolo e mi ricordo che non ci volevo andare. Troppo isolata».

 
Zaffini: dove si trova questa casetta?
«A 450 metri di altezza vicino la Gola del Furlo, tra Acqualagna, Cagli e Pergola. Proprio in mezzo ad un bosco».
Scelta azzardata per una persona dinamica.
«Effettivamente non è facile adattarsi a una vita totalmente diversa da quella che facevo da sempre. Ci ho messo del tempo a modificare i miei ritmi che adesso seguono lo scandire del tempo della natura. Vado a letto e mi alzo presto, ho anticipato anche l’orario del pranzo e della cena: 11.30 e 18. Qui va così».
Perché lo ha fatto?
«Per necessità. Dopo le esperienze in Regione e in Parlamento e l’aggiunta del Covid, la mia attività di grafico si è rallentata. Ci metta anche che la politica iniziava a non appassionarmi più come prima. E ho deciso di lasciarmela alla spalle».
Era un leghista convinto. Da cosa è stato deluso?
«Quando ho capito che la Lega Nord non sarebbe più stata la Lega Nord dopo Bossi. Nel momento in cui è diventato semplicemente un partito di destra ho detto basta al mio impegno politico».
Il suo vicino abita a due chilometri di distanza. Regge la solitudine?
«È una delle cose a cui bisogna abituarsi, non è semplice. Con la mia compagna siamo partiti pensando di trascorrere in questa casetta un periodo di vacanza e alla fine ci siamo rimasti».
E il lavoro?
«Sono stato un pioniere dello smart-working nei borghi marchigiani. La mia esperienza racconta che è possibile far rivivere i piccoli centri dell’entroterra e lavorare lontano dalle città. Ho toccato con mano anche le difficoltà: i pochi fondi che arrivano ai Comuni per fare le manutenzioni e per rendere più agevole la quotidianità».
Cosa ha tenuto della vecchia vita?
«Le mie chitarre, la macchina, Internet. Ogni mattina seguo la rassegna stampa alla radio, poi mi dedico alla mia professione e a quello che serve dentro e fuori la casa».
E scrive.
«Esatto».
Di recente è stato pubblicato il suo secondo libro, dove racconta proprio la vita avventurosa in questa casetta sperduta nel bosco.
«L’ho scritto per far capire che una vita diversa è possibile, che esiste una quotidianità fatta di piccole grandi cose. Il canto degli uccelli, lo spettacolo della natura, il silenzio quasi metafisico dell’inverno. Adesso noi siamo abituati ad avere tutto subito, a riempirci di cose. Cose che non sono necessarie per essere felici».
In città aumentano gli avvistamenti di lupi. Lei invece ci convive.
«Sì, anche se in realtà qui ho solo visto un cucciolo che aveva perso il branco. Gli ululati invece si sentono, eccome».
Il libro di intitola “Siamo qui nella casetta nel bosco”. Non tornate mai in città?
«Da qui a Fano in macchina ci impieghiamo 35 minuti: se volessimo potremmo andare al ristorante, a trascorrere una serata fuori, decidere di andare al cinema. Ma in realtà queste cose non ci mancano. Anzi, quando ci capita di sentire da casa suoni lontani di feste, quasi ci infastidisce».
Eppure una sua passione è la musica.
«Ma è diverso. Da ragazzino non mi piaceva venire nel bosco con i miei genitori: preferivo gli amici. Poi verso i 18 anni con le band con cui suonavo abbiamo iniziato a usare questa casa per le prove e sono stati anni meravigliosi. Nessuno si lamentava per il volume e alla fine delle sessioni ci sdraiavamo sul prato con le orecchie che fischiavano. Felici».
I capitoli del suo libro sono: destino, paura, stupore e quiete. 
«Racconto quello che ci è capitato e tutte le emozioni che viviamo ogni giorno. Perché non è semplice mollare tutto e inventarsi una nuova vita. Tuttavia è possibile».
Le capita di pensare di rientrare in città e - magari - anche in politica?
«Al momento no. Forse l’unica cosa che manca davvero è il mare».
Come ha ovviato?
«D’estate ci andiamo due o tre volte a settimana. Arriviamo presto a Sassonia nella spiaggia libera e ci godiamo qualche ora sotto il sole. Ma poi ci piace rientrare nella nostra casetta nel bosco».
A scrivere un altro libro?
«Quello è già in cantiere. Ci vorrà qualche anno per finirlo».
Un’epopea.
«Altroché (ride). Una Divina Commedia moderna».
Cosa farà domani?
«Dipende dalla giornata. Nel bosco è così».
 

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