Marche, legge elettorale
Scintille Pd-Marche 2020

Marche, legge elettorale Scintille Pd-Marche 2020
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Martedì 14 Aprile 2015, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 13:26
ANCONA - La legge elettorale scatena la bagarre politica.





L’ipotesi di un’impugnativa da parte del governo Renzi per incostituzionalità, ipotesi che verrà vagliata nel prossimo Consiglio dei ministri, provoca un botta e risposta al calor bianco tra esponenti del Pd e di Marche 2020, il partito del presidente Spacca. Quel presidente che, volendosi ricandidare per la terza volta, è oggetto delle attenzioni “costituzionali” di Renzi e Co.



“Medaglia di bronzo e legge elettorale ad personam per Spacca - ironizza il sindaco di Pesaro e vice presidente nazionale del Pd Matteo Ricci, in un post su Facebook -. Non solo si cambia schieramento dopo 25 anni, pur di rimanere attaccati alla poltrona, ma addirittura si forza la legge elettorale ad personam (così dicono a Roma). Il tutto, tra l'altro, per provare ad arrivare terzo, perché è questo che dicono tutti i sondaggi (con Spacca-Forza Italia che si gioca la medaglia di bronzo con la Lega di Paolini)”.



Passano poche ore e arriva la risposta tagliente del portavoce di Marche 2020 Stefano Cencetti: “Medaglia d'oro indiscussa al camaleontico Matteo Ricci, che da coordinatore regionale pro Bersani è salito come per magia sul carro di Renzi per pura convenienza. Ricci - afferma - parla di una legge elettorale regionale ad personam, ma credo che abbia la vista appannata, in quanto, tale legge è stata votata da tutto il Consiglio regionale (compreso ovviamente tutto il gruppo del Pd). Forse Ricci - conclude Cencetti - vuole andare contro il suo stesso partito?”.



Rincara la dose il presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi, anche lui di Marche 2020. “Una manovra tutta politica, e una politica della più bassa specie. E’ un palese tentativo goffo politicamente e maldestro giuridicamente di creare confusione nell'elettorato per l'ormai acclarata paura di una sconfitta elettorale del Pd e del candidato Luca Ceriscioli”. Completa gli affondo targati Marche 2020 Paolo Eusebi, consigliere regionale.



“Sulle vere e proprie stupidaggini del Governo Renzi in merito all'impugnativa sulla legge elettorale delle Marche, una delle leggi italiane più rispettose della vera volontà dei cittadini elettori, sono emblematiche le dichiarazioni dell'attuale sindaco di Pesaro Ricci, in appoggio all'ex sindaco di Pesaro, Ceriscioli”.



Eusebi si augura che i marchigiani “comprendano la verità e che le forze politiche capiscano che grave pericolo sia questo Pd per il futuro della nostra regione e non solo. Sarebbe bene - conclude - che ci si preoccupasse della legge elettorale nazionale, il cosiddetto Italicum, che mette, quella sì, a serio rischio la democrazia e la libertà”.



L’onorevole del Pd Emanuele Lodolini spiega: “La disciplina di principio statale è stata varata nel 2004 con l'approvazione della l. 165 del 2 luglio 2004, ai sensi della quale la legge regionale deve prevedere la “non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto”.



Oggi l’articolo 3-bis, comma 2, della legge elettorale regionale prevede che non sia immediatamente rieleggibile a Presidente della Giunta regionale, allo scadere del secondo mandato, chi abbia ricoperto la carica per due legislature consecutive. D’altro canto, lo stesso articolo, al comma successivo, prevede con una formulazione alquanto ambigua che il limite in esame si applichi alle legislature successive a quella di entrata in vigore della novella. Così interpretata detta previsione parrebbe in contrasto con il principio della legge statale n. 165 del 2004 (e dunque con l’articolo 122, primo comma, della costituzione) rispetto al quale mette in atto una vera e propria elusione “mascherata” sotto forma di attuazione”.



Infine la Lega Nord, con Luca Paolini, attacca: “E’ impossibile che la Corte istruisca la pratica, sviluppi il contraddittorio e decida entro maggio. E quindi Spacca, da questo punto di vista, sta sereno. La cosa incredibile della vicenda è che il Pd, se non era convinto della ammissibilità del terzo mandato, avrebbe potuto e dovuto fare le barricate mesi fa, in aula, e non nascondersi, ora, dietro la foglia di fico della incostituzionalità. Ma siccome il Pd non è fatto di sprovveduti sono propenso a credere che questa sia una ennesima sceneggiata per favorire il vero alleato di Renzi: l'astensionismo”.
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