Sos smog e polveri sottili nelle Marche: Chiaravalle maglia nera, il valore più alto è a Fano

Sos smog e polveri sottili Nelle Marche: Chiaravalle maglia nera, il valore più alto è a Fano
Sos smog e polveri sottili Nelle Marche: Chiaravalle maglia nera, il valore più alto è a Fano
di Véronique Angeletti
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Mercoledì 20 Dicembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 07:33

ANCONA - Sul piano della qualità dell’aria, la regione è a macchia di leopardo. È quanto emerge dal report dell’Arpa Marche, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, che ha tracciato la mappa dello smog. Nello specifico, delle Pm10, le polveri sottili in sospensione nell’aria che respiriamo. Si basa sulle rilevazioni degli ultimi undici mesi - dal 1° gennaio al 30 novembre 2023 - registrate dalle 17 centraline dislocate su tutto il territorio regionale. La maglia nera va a Chiaravalle, l’unica che, per ben 24 volte, ha superato il valore limite di 50mg/m3.

La geografia

Rimane comunque nel limite massimo degli sforamenti annui che, da normativa, è fissato a 35 giorni e nel limite del tetto di emissioni stabilito a 50 microgrammi per metro cubo al giorno, ma registra ben 2,4 volte gli sforamenti di Pesaro (con 10 superamenti) e molto più di quelli di Fano e Fabriano, dove le centrale hanno registrato sia nella città che si affaccia sull’Adriatica sia su quella montana nell’alta valle dell’Esino nove sforamenti.

Da una prima analisi sembra che la città di Maria Montessori registri le conseguenze ambientali dei lavori del potenziamento della rete stradale e anche della costruzione del nuovo centro logistico di Amazon e ciò nonostante l’area dell’interporto si trovi in zona Coppetella, quindi, nel territorio comunale di Jesi. «Almeno sono le nostre prime conclusioni» svela Giorgio Catenacci, il direttore dell’Agenzia. Dai dati la media del periodo è stata di 32 giorni e ha toccato come valore massimo 82 mg/m3 il 15 febbraio. «Ma come gli altri anni sia Pesaro, sia Chiaravalle hanno il record negativo legato al fatto che risentono anche dell’effetto della Pianura padana a nord del monte Conero che si verifica spesso nel periodo invernale. Di fatto, Pesaro ha registrato come valore massimo 84 mg/m3 in data del 16 febbraio e la media del periodo è stato di 25mg/m3».

Le sorprese

Un report che svela tante altre sorprese. La più green risulta Falconara Alta. La sua centralina non registra neanche uno sforamento nei limiti delle Pm10 seppur sia posizionata in una zona industriale. Mentre quella nella zona della scuola registra due sforamenti con una media di 17 mg/m3 a fine novembre. Al secondo posto, con uno solo sforamento Civitanova Marche nella zona dell’ippodromo nel periodo di fine luglio e Ripatransone a fine ottobre; due per Urbino (via Neruda) e Jesi; 4 nel Parco della gola della Rossa; 5 a Montemonaco e San Benedetto. «Questi dati – entra nel merito il direttore – sono rivelatori di quanto la questione dell'inquinamento atmosferico sia sotto osservazione nelle Marche, come in tutta Italia e in tutta Europa. Entro il 2030 dovrebbero entrare in azione dei nuovi valori, ma nel frattempo ogni anno vediamo i risultati delle azioni di riduzione dell’impatto dell’inquinamento atmosferico che sono anche da collegare alle azioni di riduzione della CO2 per via dei cambiamenti climatici e alle politiche di miglioramento della qualità dell’aria». Limiti che comunque sono sempre ben superiori a quelli raccomandati dall’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità. «Criteri – interviene il direttore – che non vanno confusi con quelli che applichiamo, decisi dall’Unione Europea». Quelli dell’Oms mirano ad identificare i livelli di soglia di protezione massima della salute; quelli europei garantiscono un equilibrio sostenibile. «Ossia – spiega Catenacci – è un compromesso. Sono limiti che consentono di avere un’attività lavorativa e sociale, di produrre energia e di garantire una buona qualità dell’aria ai nostri polmoni».

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