Crollano le aziende di under 35: Marche maglia nera nazionale

Il report dell’Istituto Tagliacarne: in 10 anni chiusa un’impresa giovanile su tre Bordoni (Cna): «Rivedere la formazione e agevolare il passaggio generazionale»

Crollano le aziende di under 35: Marche maglia nera nazionale
Crollano le aziende di under 35: Marche maglia nera nazionale
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Sabato 21 Ottobre 2023, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 08:37

ANCONA - Non siamo una regione per giovani. In dieci anni, il sistema produttivo marchigiano  ha perso oltre un terzo delle aziende guidate da under 35. Se nel 2012 le imprese giovanili erano 17.570, nel 2022 si sono ridotte a 11.141, con un crollo del 36,6%. In pratica, più di una su tre ha chiuso i battenti. Un record che ci assegna la poco meritoria maglia nera d’Italia: nessuna regione italiana fa peggio. 


Il confronto


Solo l’Abruzzo si avvicina al dato marchigiano con un -32,7%. In Italia le imprese giovanili sono diminuite nel decennio di 152.086 unità, ovvero un -22,7% che ci pone ben al di sopra della media nazionale. A scattare la preoccupante fotografia sono i dati dell’Istituto Tagliacarne, che certificano un punto cieco nel nostro sistema produttivo. Ma quali sono le ragioni di questa Caporetto? «Secondo l’analisi del nostro Centro studi - abbozza un’analisi il segretario regionale Cna Moreno Bordoni - il forte calo delle imprese under 35 è dovuto in parte al fatto che molte di loro, in anni difficili per il sistema manifatturiero e per quello delle costruzioni, non sono riuscite a consolidarsi, superando i tre anni di vita».

La crisi del 2011, il Covid, le sanzioni alla Russia, i costi delle materie prime, il difficile accesso al credito: un mix micidiale di fattori negativi che hanno costretto le nuove imprese a gettare la spugna. «Allo stesso tempo, spaventati dalle difficoltà - prosegue Bordoni - sempre meno giovani marchigiani hanno deciso di intraprendere l’avventura imprenditoriale».

Per fermare l’emorragia di imprese under 35, «è fondamentale il sostegno delle istituzioni, a cominciare dalla Regione, per i giovani che vogliono fare impresa - traccia la rotta il segretario della Cna -.

Un sostegno che deve andare oltre la fase di avvio dell’attività ed intervenire anche nei processi di consolidamento e sviluppo e nel favorire le aggregazioni». Più nello specifico, si deve intervenire «nel sistema della formazione, da mettere sempre più in relazione con quello imprenditoriale. Senza dimenticare l’eccessiva burocrazia che scoraggia molti giovani e il sistema bancario che non li aiuta a finanziare le loro aziende». 


Al femminile


E ancora: «Va agevolato il passaggio generazionale di imprese marchigiane sempre più anziane. Abbiamo bisogno dell’imprenditoria giovanile e femminile, la più dinamica e pronta a recepire le innovazioni chieste dal mercato». Una revisione del sistema che metta al centro chi fino ad ora è rimasto ai margini.
 

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