Marche, convivere con il terremoto: «Nella palazzina modello il sisma fa meno paura»

Marche, convivere con il terremoto: «Nella palazzina modello il sisma fa meno paura»
Marche, convivere con il terremoto: «Nella palazzina modello il sisma fa meno paura»
di Lucilla Nicolini
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Sabato 12 Novembre 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 07:41

FABRIANO- Il ripetersi periodico e ineluttabile degli eventi sismici nelle Marche consiglia provvedimenti che incidano sulle tecniche edilizie. Ed esperimenti con tecnologie innovative, come quella esperita, per la prima volta in Italia, a Fabriano, all’indomani del terremoto del ‘97. L’esperimento fu applicato a una palazzina, ai numeri civici 74 e 76 di via fratelli Latini, dall’ingegnere Giuseppe Guerriero “Rero” Mancinelli. Scomparso prematuramente nel 2012, lo strutturista fabrianese è ricordato da una targa, affissa nel marzo di quello stesso anno all’ingresso dell’immobile. Recita: «La prima realizzazione europea di adeguamento con isolamento sismico voluta dall’ing. Giuseppe G. Mancinelli, compianto socio del Glis», l’ente che progetta isolamento e altre strategie di progettazione antisismica.

L’esperimento

«Fu un esperimento – ricorda Roberto Sorci, l’allora primo cittadino di Fabriano, detto “sindaco della ricostruzione” - che poi è diventato modello, adottato anche nelle ristrutturazioni di vari edifici a L’Aquila. I successivi terremoti hanno dimostrato che il sistema funziona. La palazzina, che allora aveva subito il distacco del rivestimento esterno in mattoncini, è rimasta indenne, sia nel 2016, che in seguito alle scosse dei giorni scorsi: non ha registrato i danni subiti da altre villette nei paraggi, su cui allora non si era dovuto intervenire».

Fu lo stesso ingegnere Mancinelli a insistere perché si provasse a realizzare un isolamento sismico, tagliando le fondazioni alla base per applicarvi distanziatori, che permettessero alla struttura, in caso di scosse, di “galleggiare” sul terreno sottostante. «Una volta terminati i lavori – continua l’ex sindaco Sorci – vennero in tanti a prendere visione dell’innovazione».

Eppure, quando la proposta fu avanzata da Mancinelli, ci furono tecnici che si dichiararono perplessi. «Ero considerato un marziano», commentò amaramente l’ingegnere stesso in un’intervista rilasciata a Rai News 24 poco prima di morire. Ma gli eventi successivi gli diedero ragione.

Le testimonianze

«Con le scosse del 9 novembre, il palazzo ha ondeggiato, ma ci sentiamo comunque tranquilli». La testimonianza arriva a viva voce da Caterina Torri, che in quella palazzina vive dal 2006, dopo che il terremoto del 1997 aveva fatto crollare buona parte del suo palazzo. «Anche il sisma nel 2016 l’abbiamo avvertito molto dolcemente: non avevamo realizzato che avesse provocato quel pandemonio intorno a noi». La memoria corre però inevitabilmente a quel drammatico 1997: «Un’esperienza orribile. Ricordo i vasi che volavano dal balcone. È stato devastante».

Ma oggi, l’ineluttabilità del sisma viene affrontata con un altro spirito: «Se una persona non sapesse che si tratta del terremoto - che terrorizza solo il nominarlo - è quasi piacevole perché sembra di stare su una gondola», dice Torri, «cercando di sdrammatizzare una paura che prende comunque». L’ingegnere Ugo Franca, che quella palazzina, dove tuttora abita, aveva progettato, evidenzia come «dai successivi terremoti non abbiamo subito danni. Però - una punta di scetticismo - abbiamo sentito una forte oscillazione, e non oso pensare a cosa potrebbe succedere se la scossa fosse molto più forte». Puntualizza: «Anche perché, come fu rilevato in sede di collaudo, il marciapiedi circostante, costruito successivamente, è troppo aderente all’edificio». In ogni caso, Fabriano e le Marche hanno fatto scuola.

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