Il ricordo di Francesco Casoli: «Antonio Merloni ha portato ricchezza soprattutto alle tute blu»

Il ricordo di Francesco Casoli: «Antonio Merloni ha portato ricchezza soprattutto alle tute blu»
Il ricordo di Francesco Casoli: «Antonio Merloni ha portato ricchezza soprattutto alle tute blu»
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 08:31

Ingegnere vero. Francesco Casoli, presidente della Elica, imprenditore leader nel mondo con le sue cappe aspiranti, lo dipinge così Antonio Merloni: «Amava i suoi prodotti, ne conosceva ogni singola vite».


Uomo di fabbrica? 
«Assolutamente sì, ma anche del territorio. Adorava la sua, la nostra, Fabriano. Lo ricordo passeggiare a Collepaganello con mio padre. Era il tempo in cui questa città, stretta tra i monti, generava grandi imprenditori. Proprio com’erano loro». 

Allora lei era un ragazzo, come lo ricorda?
«Come una persona che nel bene e nel male ha lasciato un segno. Indelebile».
Iniziamo dalle ombre.
«Non è riuscito a intercettare i cambiamenti che avvenivano intorno. Lo spostamento di rotta del mondo. Una grande pecca per un imprenditore. Così nel 2008 saltò il banco. Era cambiato il modello di business e lui non aveva lavorato sulla base del mercato, ma solo sui prodotti».
Da ingegnere vero, appunto.
«Conosceva ogni singola vite, ma non è bastato».
E come sindaco, che per 15 anni, dal 1980 al 1995, ha guidato la sua città che dire? 
«La sua domanda mi genera una riflessione. Fabriano avrebbe avuto bisogno di un piano regolatore che permettesse ai piccoli imprenditori di poter partire facilmente con la propria attività». 
Non era così?
«Tutt’altro. Era difficilissimo trovare un metro quadrato. Tant’è che noi della Elica siamo dovuti “emigrare” a Serra San Quirico. E questo è costato davvero molto alla comunità».
E ora passiamo al segno in positivo. 
«Devo ammettere che è stato colui che ha portato tanta ricchezza e lavoro in città, in tutta la zona. Un bene soprattutto per gli operai, per le tute blu, molto meno per i manager». 
Ma così cambia di nuovo il verso, con la luce che torna a farsi ombra
«Certo non aver puntato sul management, come invece aveva sempre fatto suo fratello Vittorio, non ha favorito il cambio di passo quando i tempi lo imponevano». 
Un’immagine di Antonio Merloni che le è sempre rimasta scolpita nella mente? 
«Le grandi vetrate che facevano filtrare una luce decisa nei suoi stabilimenti. E lui che si mescolava agli operai lungo le linee di produzione. Ha sempre amato la fabbrica». 
Un’altra foto, prego.
«Il suo carattere ombroso, e l’esplosione di quelle sue cene da record.

Un contrasto indimenticabile». 

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