Monsignor Vecerrica: «Antonio pianse per azienda e lavoratori, ma la crisi era più grande di lui»

Monsignor Vecerrica: «Antonio pianse per azienda e lavoratori, ma la crisi era più grande di lui»
Monsignor Vecerrica: «Antonio pianse per azienda e lavoratori, ma la crisi era più grande di lui»
di Maria Teresa Bianciardi
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 09:33

Monsignor Giancarlo Vecerrica, lei è stato vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica negli anni della grande crisi, che ha travolto anche la “Antonio Merloni”. Cosa ricorda di quegli anni e di Antonio Merloni stesso?

«Sono stati anni durissimi, difficili sia per i lavoratori sia per Antonio che viveva con grande sofferenza quello che stava accadendo.

Non è stato semplice per una persona come lui, un vero signore, accettare di non essere riuscito a salvare l’azienda e il posto di lavoro dei suoi dipendenti».

Era il 2008 e lei ha deciso di affiancare le tute blu durante il corteo organizzato in occasione dello sciopero contro il piano di ristrutturazione industriale.

«È stata una delle tante manifestazioni a cui ho preso parte, ma sono sempre stato vicino al popolo che soffriva e a chi aveva responsabilità nel mondo del lavoro. Come vescovo, padre e pastore ho favorito il dialogo senza scegliere mai una parte o l’altra». 
E Antonio Merloni come ha vissuto la fine annunciata della sua azienda?
«Con grande sofferenza, anche e soprattutto per il futuro dei dipendenti. Spesso lo faceva in silenzio, lontano dal clamore mediatico, perché in molti lo hanno criticato: ma quella crisi era più grande di lui e non avrebbe potuto fare di più. Nutro una grande ammirazione per lui e per la famiglia Merloni che è stata artefice della crescita economica del Fabrianese».
Ha avuto modo di conoscere Antonio Merloni sia come industriale sia come uomo: c’è un ricordo particolare che ha custodito nel tempo?
«I nostri dialoghi erano sempre molto cordiali e intensi allo stesso tempo. Antonio è sempre stato una persona umile, con un carattere dolce ma deciso. Del resto è stato sindaco di Fabriano per 15 anni ed ha segnato le sorti della città sia dal municipio sia sotto il profilo industriale. Ma era anche capace di mostrare tutte le sue emozioni e le sofferenze senza timore».
Le ha mai chiesto un sostegno spirituale nei momenti più difficili della sua vita terrena?
«Certamente. L’ho visto piangere durante la grave perdita della sua amata moglie, con il volto segnato dalla sofferenza quando la crisi economica mondiale si stava portando via l’attività industriale. Non aveva timore di mostrare le sue emozioni».
Avete anche riso insieme?
«Sì, era un uomo che amava fare tante battute. Peccato fossero anni dove c’era davvero poco da ridere».
Come lo ricorderà?
«Antonio era una persona seria, che ha saputo affrontare le vicende umane della vita come un bravo cristiano fedele alla chiesa. Lo ricorderò sempre nelle mie preghiere».

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