Da un punto di vista confindustriale, «la stabilità e la certezza nelle prospettive erano quello che auspicavamo e che fortemente chiedevamo, dunque il fatto che questo sia accaduto non può che rallegrarci e renderci ancora più fiduciosi nell’azione del governo».
Osserva il contingente con un occhio puntato sul futuro Pierluigi Bocchini, presidente Confindustria Ancona. E la chiosa è decisamente meno entusiastica dell’incipit: «È evidente che, dal momento in cui un presidente uscente dichiara apertis verbis di non volere essere rinnovato e non si riesce comunque a trovare un’alternativa, ciò sancisce il fallimento dell’attuale classe politica».
Bene, ma non benissimo. «È necessaria una riforma delle istituzioni: il sistema non funziona ed in questo frangente ciò è stato dimostrato in tutta la sua evidenza. Vanno riviste le regole per il rinnovo delle cariche. Il Paese è affidato più alle persone che alle istituzioni e questo spaventa. Siamo un Paese medievale e all’estero ridono di noi. L’unico motivo di rispetto che c’è verso l’Italia si chiama Mario Draghi. Vorrei che ad essere credibile fosse l’istituzione, non la singola persona». E allora, elezione diretta del Presidente della Repubblica? «Sono a favore».