Antonio Draisci nuovo capo della sanità. Gozzini ad interim a Macerata: ad Ascoli però scoppia il caso

Antonio Draisci nuovo capo della sanità. Gozzini ad interim a Macerata: ad Ascoli scoppia il caso
Antonio Draisci nuovo capo della sanità. Gozzini ad interim a Macerata: ad Ascoli scoppia il caso
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Venerdì 14 Aprile 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 15:28

ANCONA Ecco il valzer delle poltrone nella sanità. Ieri la giunta Acquaroli ha nominato il nuovo direttore del Dipartimento Salute della Regione, ruolo rimasto vacante da quando, a febbraio, Armando Gozzini prese armi e bagagli e da Palazzo Raffaello si trasferì al vertice dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche. A raccogliere il testimone, ad oltre 2 mesi di distanza, sarà Antonio Draisci, attualmente alla guida dell’Azienda sanitaria territoriale di Macerata. E in uno scambio di posizioni lineare, sarà lo stesso Gozzini - oggi dg di Torrette - a prendere il suo posto all’Ast 3. Ad interim, almeno fino al 31 maggio. Già, perché come anticipato dal Corriere Adriatico, la giunta Acquaroli non è riuscita a procedere per tempo alle nomine dei nuovi direttori delle Ast e si è resa necessaria un’ulteriore proroga dei commissari. 


Il caso

Ovunque eccetto ad Ascoli Piceno, dove Vania Carignani ha deciso di non restare, stritolata in una faida tutta politica che ha finito per generare attorno a lei un clima ostile.

E anche qui si è proceduto dunque con una nomina ad interim: Roberto Grinta prenderà le redini dell’Ast 5 fino al 31 maggio, mantenendo pure quelle di Fermo. Prorogati infine i commissari Gilberto Gentili all’Ast 1 di Pesaro e Nadia Storti all’Ast 2 di Ancona. Fin qui, i nomi messi nero su bianco nella delibera approvata ieri dalla giunta nel tardo pomeriggio, dopo una riunione di circa 2 ore. Poi inizia il grigio sfuocato del retroscena politico. A partire dalla “rivelazione Draisci”, che resterà in carica per un triennio: 58 anni, già direttore amministrativo della fu Marche Nord, era considerato da una parte della maggioranza di centrodestra troppo vicino al Pd pesarese (e all’ex governatore Luca Ceriscioli) per essere “uno di loro”. E invece Draisci si è guadagnato la fiducia della Regione sul campo, guidando con ottimi risultati l’Ast 3 di Macerata negli ultimi mesi. Di qui la promozione. A Gozzini l’arduo compito - che richiederebbe anche il dono dell’ubiquità - di guidare l’ospedale regionale, il più importante delle Marche, e l’Ast 3. Ma il caso politico più spinoso si è consumato nell’Ascolano. Carignani, arrivata dalla Struttura complessa Controllo di Gestione dell’ospedale regionale di Torrette - e fortemente voluta alla guida dell’Ast 5 dall’assessore regionale della Lega Andrea Antonini - si è trovata subito tra le mani la patata bollente delle 140 nomine delle posizioni organizzative dell’Ast ascolana. Nomine decise dal suo predecessore Massimo Esposito e stoppate dalla commissaria. Rumors raccontano di un pressing anche di una parte di FdI e della Lega del territorio - in un’alleanza anomala con il Pd -per il bloccare l’infornata. Ma la decisione ha fatto scendere sul piede di guerra i sindacati, che hanno ingaggiato con Carignani una lotta feroce.

Il dietrofront

E quando il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini sono andati ad Ascoli negli scorsi giorni a presentare il Piano socio sanitario, quella che fino a quel momento era rimasta una bega locale, è stata fatta esplodere in faccia alle più alte sfere politiche regionali. E di fronte alle rimostranze sindacali, il numero 1 e il numero 2 di Palazzo Raffaello, a cui erano arrivati solo lontani echi della questione, hanno di fatto sconfessato la linea di Carignani. Che quindi ha deciso di non accettare la proroga come commissaria. Poltrone decisamente bollenti, quelle della sanità.

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