Magi (Fimmg): «Un algoritmo decide la Fase 2, Ma senza vaccini stiamo a zero». Vediamo le priorità

Magi (Fimmg): «Un algoritmo decide la Fase 2, Ma senza vaccini stiamo a zero». Vediamo le priorità
di Maria Cristina Benedetti
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 08:40

ANCONA - Un algoritmo ci salverà. Massimo Magi, che sotto la bandiera Fimmg rappresenta i medici di famiglia, piazza i paletti sul campo di battaglia anti-Covid. «Inutile stabilire precedenze se siamo a corto di dosi». Riordina i fattori. 
Sotto a chi tocca. Con la fase uno ancora in corso, si sta tracciando il perimetro del secondo step della campagna per mettere all’angolo un virus che da un anno non dà tregua. Dai servizi essenziali alle fragilità, dovrebbe riguardare il 30% dei marchigiani. Stabilire le priorità non sarà semplice.


«Non è questo il problema, mi creda».


Allora qual è? 
«Se ci saranno i vaccini. Con l’ultima mossa della Pfizer, si ripete l’emergenza vissuta con quelli influenzali. Tutti pronti a partire, ma sul mercato non c’erano».


Colpa di chi? 
«Di certo non della Regione. Il dubbio è che l’azienda farmaceutica statunitense abbia deciso di vendere a chi paga di più. Joe Biden, il nuovo presidente degli States, ha finalmente stabilito di fare sul serio nella lotta al Coronavirus, tentando di recuperare un ritardo che pagherà tutto il mondo. E gli americani non sono quattro persone».


Così noi rischiamo di restare senza?
«Sapere che arriverà il 30% in meno di ciò che è stato ordinato complica tutto. I patti vanno onorati. È una vergogna». 


Ma ci sono altre sostanze in circolazione. 
«Sì, il Moderna e l’AstraZeneca, preparati già testati e autorizzati dall’Agenzia del farmaco».


Quindi? 
«Non è facile cambiare in corsa: si devono organizzare le richieste, il ciclo produttivo, lo stoccaggio. E poi la gravità è che in Italia un milione e 200mila persone, 57mila nelle Marche, hanno ricevuto la prima dose del Pfizer-Biontech. Senza la seconda somministrazione si annullerebbe l’effetto-immunizzazione».


I numeri per farcela? 
«Con le Residenze sanitarie assistenziali chiuderemo il primo giro entro giovedì (domani, ndr). Poi toccherà al secondo, per garantire il quale serviranno altre 16mila dosi». 


A questo punto resta da sciogliere il nodo delle priorità. Un groviglio. Ai nastri di partenza della fase 2 c’è il mondo che scalpita. E qui tocca a voi, che siete una potenza di fuoco. 
«Ben detto.

Noi medici di medicina generale abbiamo dimostrato una capacità di resilienza. Siamo dei facilitatori per diffondere i vaccini, dei detonatori positivi». 


Merito anche di Palazzo Raffaello, che ha stretto un patto con voi. 
«Un accordo che ci vede primi in Italia. Questa volta la Regione ha fatto una scelta correttissima. La lezione viene dall’anti-influenzale». 


Passiamo all’azione. Come vi organizzerete? 
«Con un algoritmo che abbiamo elaborato e che è in fase di taratura. Sarà a disposizione di tutti noi». 


Con quel “noi” cosa intende? 
«La rete regionale dei 1.206 medici di famiglia, dei 300 di continuità assistenziale e dei 400 collaboratori di studio». 


Torniamo all’algoritmo. 
«Nel frullatore informatico inseriremo le informazioni che ci faranno decidere con quale ordine procedere. Condizione sociale, malattie, politerapie, eventuali vulnerabilità o fragilità con patologie in soggetti con meno di 60 anni. Tra i trenta elementi che concorreranno a stabilire la precedenza ci sono anche l’età, chi vive da solo e se si è diabetici, uno dei fattori considerati più a rischio». 


Poi scenderete in campo. 
«Ognuno di noi ha la mappatura sanitaria dei propri pazienti, io per esempio ne ho 1.500. Verranno chiamati uno a uno. Metteremo a disposizione i nostri ambulatori, andremo nelle case, là dove sarà necessario. Siamo un ingranaggio già rodato».


Ipotizziamo di correggere la rotta. L’arrivo del Moderna quali vantaggi potrà produrre? 
«Da un flacone si ricaveranno dieci dosi e non sei, una volta decongelato potrà durare fino a 5 giorni a 2/8 gradi e non va diluito per essere attivato. Un utilizzo meno complicato. Vedremo». 


La sovrapposizione tra lo screening di massa e la campagna vaccinale genera qualche fastidiosa interferenza? 
«Non c’è dubbio, crea confusione. E lo dica pure all’assessore Saltamartini, con il quale peraltro vado d’accordo: lo screening è più demagogia che scienza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA 

© RIPRODUZIONE RISERVATA