ANCONA Dai ristoranti alle palestre, dalle piscine al cinema, passando per gli spettacoli dal vivo fino ai concerti. Il ritorno alla vita più o meno normale è scandito dai protocolli che la conferenza delle Regioni ieri ha presentato al governo e che saranno valutati dal Cts: in attesa che si decida quando riaprire le attività che hanno subito l’attacco del Covid, si discute su come consentire una ripresa definitiva ma sotto stretta sorveglianza.
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«Si tratta di proposte elaborate dai Dipartimenti di prevenzione delle Regioni su cui chiederemo il parere del Cts che ci auguriamo arrivi il prima possibile - ha sottolineato l’assessore regionale alle attività produttive, Mirco Carloni che ieri ha preso parte alla conferenza delle Regioni - e questo per permettere, in modo progressivo e ferma restando l’applicazione del principio di massima cautela in termini di contenimento della diffusione del Covid-19, al Paese di imboccare la strada del ritorno alla normalità».
I paletti fissati
Il documento licenziato dalla Conferenza tratta nello specifico la ristorazione, le palestre, le piscine, le strutture termali, i cinema e gli spettacoli dal vivo. «Ma stiamo infine valutando anche altre linee guida - spiega Carloni - per le ulteriori attività produttive soprattutto in relazione alla revisione e al riscontro dei diversi scenari di rischio.
Gli scenari
Le misure per i cinema e i teatri invece «se rispettate, possono consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici definiti a basso-medio-alto rischio» e si applicano a sale cinematografiche, teatri, circhi, teatri tenda, arene e spettacoli in genere, anche viaggianti. Sparito l’obbligo di tampone («evidenza di un test negativo nelle ultime 48 ore»), o di completamento del ciclo vaccinale per poter accedere a cinema, teatri, arene e spettacoli.
La correzione
La misura era prevista nella prima bozza messa nero su bianco dal gruppo tecnico ristretto e aveva sollevato le critiche degli addetti ai lavori, ma nell’aggiornamento del documento di ieri mattina l’obbligo è venuto meno. È stato invece sostituito con una dicitura più blanda e riportata in tutti i capitoli di cui si compone il documento -ristorazione, palestre e piscine, strutture termali, cinema e spettacoli dal vivo- ovvero la possibilità di mantenere aperte le attività anche in «scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening-testing».
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