ANCONA - Sarà un altra giornata sul filo del rasoio in Regione per l’emergenza Covid. Dopo l’incontro di sabato con i sindaci dell’area vasta di Pesaro Urbino, oggi governatore e assessore alla Sanità avranno un ultimo confronto con gli esperti del servizio regionale per valutare la situazione contagi della provincia più a nord delle Marche e deciderne l’ingresso in zona rossa fin da domani. La situazione è in peggioramento, sia sul fronte dei nuovi positivi sia per quanto riguarda la tenuta del sistema sanitario che ormai ha superato - e di molto - la soglia entro la quale la cabina di regia del ministero non fa scattare i provvedimenti più restrittivi.
I timori
Ma dopo Ancona e Macerata è proprio il Pesarese a preoccupare maggiormente, tanto da indurre la giunta a riflettere sull’istituzione della terza zona rossa. Nel frattempo in una settimana è salita l’incidenza del virus per 100mila abitanti: nelle Marche siamo arrivati a 344, nella provincia di Ancona 507, nel Maceratese 324, in provincia di Pesaro Urbino 241, in quella di Fermo 254 e in provincia di Ascoli 187. «Ci consulteremo anche con il ministero alla Salute - ha spiegato l’assessore regionale Filippo Saltamartini - e infine decideremo il provvedimento da attuare per la provincia pesarese. L’intento è quello di cercare di proteggere il più possibile i territori ascolani e fermani dove l’incidenza, seppur in aumento non è così preoccupante come le altre tre province. Anzi addirittura Ascoli sembra avere frenato un po’ verso la fine della settimana. Questi saranno giorni cruciali per capire se i divieti attuati sono riusciti a frenare la corsa del virus». La situazione, conferma Saltamartini, resta preoccupante sotto il profilo sanitario con i reparti di terapia intensiva dove salgono i ricoveri «ormai arrivati alla soglia del 42%, mentre l’area medica ha superato il 50%».
La profilassi
Oggi arrivano 11mila dosi Pfizer e sono «949 le persone fragili vaccinate negli ospedali delle Marche, in ragione della loro condizione, e della disponibilità di farmaci, per anemia emolitica acquisita da autoimmunizzazione; fibrosi cistica; insufficienza renale cronica; insufficienza respiratoria cronica; soggetti in attesa di trapianto; soggetti già sottoposti a trapianto; broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) negli stadi clinici moderata, grave e molto grave». Nella giornata di oggi inoltre la giunta dovrà valutare la proposta di protocollo per estendere i canali di somministrazione dei vaccini coinvolgendo il mondo delle imprese, le categorie economiche e produttive e le sigle sindacali delle Marche. Una proposta che ha ottenuto una immediata risposta dai diretti interessati. L’unione europea della cooperative è pronta a mettere a disposizione addirittura una task force, individuando «spazi idonei per organizzare punti di vaccinazione non solo per i dipendenti, i soci e i loro familiari, ma anche per chiunque altro ne avesse bisogno».
I consensi
Si accoda la Cna di Fermo e anche Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche è pronta ad aderire all’iniziativa della Regione: «Siamo decisi a collaborare alla campagna vaccinale mettendo a disposizione i nostri uffici per accogliere soci e dipendenti. Per uscire dalla crisi pandemica - ha detto la Gardoni - dobbiamo essere uniti, anche noi faremo la nostra parte».
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