ANCONA - «Ferma restando l’amarezza per la decisione del Governo di modificare unilateralmente la linea concordata in sede di incontro politico con le Regioni, le Province autonome, le Province e i Comuni in merito alla percentuale minima per la didattica in presenza», la Conferenza offre «nuovamente la propria disponibilità all’Esecutivo nazionale per limare le incongruenze e le criticità contenute nella bozza di decreto-legge».
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Il pressing
È questo il contenuto della lettera inviata ieri dal presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga al premier Mario Draghi e al ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.
Le norme
Il governatore estende il ragionamento sulle regole attualmente in vigore ribadendo il proprio favore a mitigare la disposizione sull’orario di coprifuoco: «Bisogna anche ritornare a ragionare sulle cose che si possono fare in sicurezza e che devono essere consentite». Nella lettera al governo, il presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga chiede anche di aprire, «fin dal 26 aprile, le palestre al chiuso per le lezioni individuali», di «inserire un’apposita previsione per la riapertura delle piscine al chiuso», di «consentire la ripartenza del settore wedding», di «anticipare l’apertura dei parchi tematici e dei mercati» e di «uniformare le date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto».
Le richieste
Allo stesso tempo i rappresentanti delle Regioni hanno chiesto di modulare le aperture in relazione all’andamento epidemiologico ma soprattutto di accompagnare il prossimo periodo di ritorno alla vita con serie misure di controllo «per evitare assembramenti e il conseguente aumento dei contagi». L’assessore regionale alle attività produttive, Mirco Carloni (Lega), ha partecipato alla Conferenza di ieri ed ha sostenuto con forza la richiesta al governo: «Abbiamo espresso grande amarezza per le incongruenze contenute nel nuovo decreto che lascia un vuoto amministrativo e crea difficoltà che si scaricheranno sugli operatori economici. La Conferenza delle Regioni si è proposta per cercare di uniformare regole e applicare il buon senso in un momento tanto difficile».
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