Coprifuoco Covid, Regioni contro Draghi. Il governatore Acquaroli: «Sei mesi di rientro alle 22, non esageriamo»

Coprifuoco Covid, Regioni contro Draghi. Il governatore Acquaroli: «Sei mesi di rientro alle 22, non esageriamo»
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 23 Aprile 2021, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 09:08

ANCONA - «Ferma restando l’amarezza per la decisione del Governo di modificare unilateralmente la linea concordata in sede di incontro politico con le Regioni, le Province autonome, le Province e i Comuni in merito alla percentuale minima per la didattica in presenza», la Conferenza offre «nuovamente la propria disponibilità all’Esecutivo nazionale per limare le incongruenze e le criticità contenute nella bozza di decreto-legge». 

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Il pressing 
È questo il contenuto della lettera inviata ieri dal presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga al premier Mario Draghi e al ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.

Le Regioni, contrarie al ritorno alla didattica in presenza al 70% già da lunedì, chiedono di «estendere, nel rispetto dei protocolli di prevenzione, i servizi di ristorazione anche al chiuso, eliminando ogni differenza di trattamento derivante dagli orari di somministrazione» ma anche di prorogare «l’orario di inizio del coprifuoco dalle 22 alle 23». Un braccio di ferro che si consuma a pochi giorni dalla riapertura prevista dal governo nelle regioni che andranno in zona gialla lunedì, ma il cui passaggio verrà sancito oggi dalla cabina di regia che valuta l’andamento epidemiologico territorio per territorio. Le Marche, con i dati in costante miglioramento, sono pronte a lasciare la fascia arancione e a riaprire i battenti secondo le disposizioni del governo con il presidente della Regione Francesco Acquaroli intervenuto proprio sulla questione coprifuoco. «Veniamo da sei mesi di rientro obbligato alle 22 - sottolinea -, credo che bisogna essere prudenti da tutte le parti ma non credo che fare una passeggiata anche da soli alle 22.45 con l’orologio in mano possa essere pericoloso».

Le norme
Il governatore estende il ragionamento sulle regole attualmente in vigore ribadendo il proprio favore a mitigare la disposizione sull’orario di coprifuoco: «Bisogna anche ritornare a ragionare sulle cose che si possono fare in sicurezza e che devono essere consentite». Nella lettera al governo, il presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga chiede anche di aprire, «fin dal 26 aprile, le palestre al chiuso per le lezioni individuali», di «inserire un’apposita previsione per la riapertura delle piscine al chiuso», di «consentire la ripartenza del settore wedding», di «anticipare l’apertura dei parchi tematici e dei mercati» e di «uniformare le date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto». 


Le richieste
Allo stesso tempo i rappresentanti delle Regioni hanno chiesto di modulare le aperture in relazione all’andamento epidemiologico ma soprattutto di accompagnare il prossimo periodo di ritorno alla vita con serie misure di controllo «per evitare assembramenti e il conseguente aumento dei contagi». L’assessore regionale alle attività produttive, Mirco Carloni (Lega), ha partecipato alla Conferenza di ieri ed ha sostenuto con forza la richiesta al governo: «Abbiamo espresso grande amarezza per le incongruenze contenute nel nuovo decreto che lascia un vuoto amministrativo e crea difficoltà che si scaricheranno sugli operatori economici. La Conferenza delle Regioni si è proposta per cercare di uniformare regole e applicare il buon senso in un momento tanto difficile».

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