Il coprifuoco fa calare il sipario sulla movida: «Così sarà un'estate disastrosa»

Pesaro, il coprifuoco fa calare il sipario sulla movida: «Così sarà un'estate disastrosa»
Pesaro, il coprifuoco fa calare il sipario sulla movida: «Così sarà un'estate disastrosa»
di Letizia Francesconi
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Venerdì 23 Aprile 2021, 11:44

PESARO - Un punto fermo: da lunedì si torna in zona gialla. Poi un incubo: fino a quando durerà il coprifuoco alle 22? Un coro unanime di no arriva dagli operatori e dalle associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti: le 22 sono un disastro e in qualche modo persino un pericolo. 

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La reazione del gestore del Tipo Pub di viale Zara inquadra le ricadute. «Il format dei pub e l’indotto prodotto dalle attività del dopo cena non solo è stato da oltre una stagione fortemente penalizzato, ma il lavoro vero e proprio, se così stanno le cose, è praticamente azzerato per tutte le attività esclusivamente serali, che contano sul passeggio estivo e il turismo». 

I numeri

Il polso arriva da Mario Di Remigio, ristoratore e referente Confcommercio. «Considerando tutti i locali stagionali di aperitivi e bar oltre ai ristoratori – osserva – parliamo di almeno i tre quarti delle attività economiche che si ritroveranno dall’estate con ricavi fortemente ridotti, dove in quei mesi l’incasso lo si fa soprattutto dalle 22 in poi, in condizioni di semi normalità come nell’estate 2020.

Va da sé che le perdite sono facilmente quantificabili di qui a fine luglio, se non ci sarà un allentamento delle maglie auspicato dall’associazione locale e nazionale. Le attività sono tutte colpite dalle annuali ai soli chioschi stagionali, proprio perché anche chi ha pensato di attrezzarsi con un minimo di coperto esterno è limitato proprio dall’orario del coprifuoco. Il pesarese in estate non si muove per la cena prima delle 20-21 con la conseguenza di perdere una larga fetta di questa clientela, che comunque dovrà cambiare le proprie abitudini e adeguarsi. Solo per attività di intrattenimento, cocktail bar o semplice dopocena il coprifuoco alle 22 o alla mezzanotte se andrà meglio, potrebbe comportare una perdita di fatturato del 20 per cento e oltre». 

Le incongruenze

Alessandro Ligurgo, segretario Confesercenti osserva come allo stato attuale il limite orario significa per tutti perdere la metà degli incassi del primo turno di lavoro con una ripercussione sulle attività collaterali e ricettive. La richiesta è portare il cosiddetto coprifuoco fra le 23 e le 24 ma anche in questo caso ristoranti, locali o ristorantini degli stabilimenti balneari, si troverebbero solamente con due turni di lavoro nel clou della stagione. I gestori: “”Il lavoro serale di luglio e agosto – commenta Ivan, co-titolare di El Cid in piazzale della Libertà – significa per tanti di noi il mantenimento delle nostre attività e del personale dipendente. Stando così le cose perderemo un turno di lavoro rispetto alla passata stagione di quasi normalità, in cui si rimaneva aperti, almeno nel mio caso, fino all’una o le 2. Estendere l’orario di chiusura invece darebbe a mio avviso più tranquillità alla clientela o ai turisti che verranno, anche perché sarà difficile che in piena estate il lungomare si svuoti alle 22, anche se le attività dovranno rimanere chiuse. Il rischio è provocare assembramenti incontrollati in spiaggia e sul lungomare. Per locali come il nostro ai lati di piazzale della Libertà, abbiamo la fortuna di poter fare servizio con un ampio spazio esterno che dovrebbe concedere l’amministrazione con tavoli e sedute distanziate dal fronte alla pavimentazione d’ingresso ai vialetti del piazzale, e lo stesso per la gelateria Germano che potrebbe beneficiare del marciapiede». 

I più penalizzati

Fra i locali penalizzati dalle nuove regole ci sono i serali del centro storico e vie limitrofe, che fino alla scorsa stagione erano riusciti ad organizzare iniziative all’aperto, come in via Passeri e in via Cavour. «Dovremo saperci adeguare e reinventare – osservano Alessandro e il socio del Dama Bianca, cocktail bar con cucina, proprio a fianco alla chiesa del porto – faremo richiesta per il suo pubblico antistante ma gli spazi restano limitati e le difficoltà aumentano per i locali, che non si trovano sul fronte mare e non possono neppure beneficiare della pedonalizzazione. Siamo un locale esclusivamente da dopocena e dovremo ripensare all’offerta, proprio come abbiamo fatto negli ultimi mesi». 

Una disfatta annunciata

Un calo previsto intorno all’80 per cento per un locale serale del centro in via Belvedere come il 183, che ha la maggior parte dei posti all’interno ma fruibili solo dal primo giugno. «Potremo lavorare all’esterno con non più di 15-20 coperti – riferisce il gestore – grazie allo spazio in più di suolo pubblico ma con un inizio di stagione fortemente ridotto. Siamo arrivati ad una situazione dove ognuno di noi si accontenta anche per qualche concessione in più, rispetto a quanto pare ci venga finora dato».

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