Omicron si diffonde nella case di riposo ma i vaccini limitano al 14,2% gli anziani che finiscono in ospedale. La quota sale al 44,4% per i no vax

Omicron si diffonde nella case di riposo ma i vaccini limitano al 14,2% gli anziani che finiscono in ospedale. La quota sale al 44,4% per i no vax
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 30 Marzo 2022, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 14:26

ANCONA - Un anno e mezzo senza visite di parenti, con gli anziani che imparavano a smanettare sui tablet pur di salutare i nipotini, ospiti quasi centenari intenti in goffi esperimenti nelle stanze degli abbracci, dove il contatto fisico era sterilizzato da scafandri in nylon che impedivano il contagio. Perché se il virus entrava in una casa di riposo, prima della campagna vaccinale di massa, l’effetto era quello di una volpe nel pollaio: uccideva alla cieca. In principio fu la casa di riposo di Cingoli, dove agli albori della prima ondata dell’epidemia, inizio marzo 2020, il virus infestò le stanze degli anziani contagiando 32 ospiti e uccidendone sette, prima che il focolaio venisse spento con l’aiuto dei medici della Marina Militare. 

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I focolai
Era solo l’inizio, perché di focolai tra case di riposo, residenze protette ed Rsa ne sono divampati poi qui e là nelle cinque province marchigiane, trasformando in lazzaretti le comunità dove i nostri anziani - uomini e donne della generazione che aveva partecipato alla ricostruzione dell’Italia post-bellica - trascorrevano la loro terza età. In un report fatto dall’Asur Marche il 20 aprile 2020, dopo neanche due mesi di epidemia, si stimavano circa 200 vittime del Coronavirus nelle strutture di assistenza per anziani delle Marche. 
Adesso, dopo una tregua post-vaccinazioni costellata comunque da focolai ad ogni ondata dell’epidemia, il virus è tornato a insinuarsi nelle residenze per anziani, dilagando con la contagiosità accelerata della variante Omicron. Ma la matematica del contagio tra gli anziani, almeno per ora, offre numeri attenuati dallo scudo dei vaccini. Caso esemplare, quello della casa di riposo Vittorio Emanuele II di Jesi, dove nell’autunno 2020 un focolaio di Sars-Cov-2 aveva contagiato 25 anziani ospiti, due dei quali purtroppo morti.
Due settimane fa, nonostante le mille cautele del personale, il virus s’è affacciato di nuovo nella residenza protetta degli anziani jesini: 58 ospiti contagiati, ma solo tre con sintomi tali da richiedere, per due di loro, il trasferimento in una Rsa, e per un terzo (l’unico non vaccinato) il ricovero in ospedale.


L’Osservatorio
Le statistiche dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche, diretto dal dottor Marco Pompili, confermano in questa fase dell’epidemia che la campagna d’immunizzazione sta proteggendo gli anziani. Nelle Residenze sanitarie assistite e residente protette convenzionate con la Regione Marche, dove la dose booster è stata somministrata a partire dal settembre 2021, dal 10 febbraio scorso fino al 28 marzo si sono verificati 166 casi di positività tra gli anziani ospiti, 148 tra i vaccinati con tre dosi (che sono la stragrande maggioranza, intorno al 95%) e 18 tra i non vaccinati. Soltanto 29, il 17,5% degli anziani contagiati in questa fase, hanno avuto bisogno di un ricovero ospedaliero, 8 dei quali in terapia intensiva. 
La percentuale dei ricoveri sale tra gli anziani non vaccinati (44,4% dei contagiati) un valore triplo di quello registrato tra i vaccinati con tre dosi (14,2%). E degli 8 anziani senza vaccino trasferiti dalle Rsa ai reparti ospedalieri, ben 5 sono finiti in terapia intensiva. 
Il report, con i dati di Rsa e Rp, le strutture a più alta intensità assitenziale, riguarda solo una parte delle residenze per anziani, perché poi ci sono quelle gestite da Fondazioni e privati, ma di sicuro il dato è indicativo. Più difficile tenere una contabilità previsa dei decessi, perché nei bollettini della Regione viene indicato il luogo dove è avvenuto il decesso, quindi tendenzialmente ospedaliero, mentre sono davvero pochi i decessi in struttura assistenziale.
Il vaccino per ora tiene, in questa ondata di primavera. Meglio di quanto non avesse fatto in certi casi durante l’ondata dello scorso autunno, alimentata dalla variante delta. Alla casa di riposo “Villa Celeste” di Rosora, per ricordare la situazione più dolorosa, il fatto che tutti gli ospiti fossero già vaccinati con due dosi non riuscì a limitare i danni del focolaio divampato a metà ottobre: 50 ospiti contagiati e cinque vittime.

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