ANCONA Rientrano i docenti sospesi, ma senza fare lezione. A sostituirli rimangono i supplenti fino a fine anno. Ma serve la proroga dei contratti e soprattutto bisogna capire con quali risorse statali verranno retribuiti. Sono sostanzialmente questi i nodi burocratici che la scuola dovrà sciogliere entro il 1 aprile, data che segna la fine dello stato d’emergenza e l’inizio di una nuova fase di gestione della pandemia.
Per quanto riguarda la didattica, infatti, il Ministero ha individuato come priorità l’erogazione in presenza delle lezioni a tutti gli studenti.
I dubbi
Ma è invece sul versante della gestione del personale scolastico che si affacciano i primi dubbi. Infatti dal 1 aprile tutti i docenti sospesi per inadempienza della profilassi vaccinale saranno riammessi, così come il personale Ata. Ma i professori no vax, la cui attività di insegnamento sarebbe per forza a contatto con i ragazzi, dovranno essere reimpiegati in altre mansioni.
Discorso differente, invece, per gli operatori scolastici il cui lavoro si svolge normalmente in assenza di contatto con i ragazzi. «Non nego una certa perplessità - ammette Francesco Maria Orsolini, dirigete del liceo artistico Mannucci - in quanto questa novità ci presenta una serie di problematiche formali di carattere burocratico che ci stanno impegnando non poco».
In effetti i dirigenti scolastici dovranno ingegnarsi nell’individuare attività alternative da sottoporre ai prof riammessi per evitare che tornino a scuola standosene con le mani in mano. «Ad esempio potranno occuparsi di seguire tutte quelle attività di programmazione e formazione che solitamente un istituto scolastico deve prevedere» spiega Francesco Savore, dirigente dell’Istvas. Tra le tante: «l’organizzazione delle visite d’istruzione o l’alternanza scuola-lavoro» specifica il preside.
Le proroghe
Ma a fronte di ciò, serviranno comunque i supplenti per portare avanti la didattica in presenza. «Ci sono una serie di complessità applicative della norma che ci stanno facendo discutere anche molto animatamente» continua Orsolini. Intanto perché non è stata chiarita ancora la decorrenza dei tempi per la proroga dei contratti. E poi perché «i contratti dei supplenti saranno finanziati attraverso una diversa norma di legge - spiega il dirigente del Mannucci - e quindi vanno inquadrati tenendo conto di questo aspetto. In più c’è da chiarire con quali finanziamenti statali saranno retribuiti».