ANCONA - La fase 2 è iniziata, molti genitori sono tornati a lavoro ed altri ci torneranno a breve. A chi lasceranno i figli più piccoli? Con l’aiuto dei nonni che per ora è meglio ridurre al minimo indispensabile, il comitato tecnico scientifico che affianca il governo Conte nella gestione dell’emergenza Covid sta esaminando un piano per far riaprire asili nido e centri estivi già da giugno.
LEGGI ANCHE:
Coronavirus, è deciso: dal 29 parte l'estate. In spiaggia senza check in e in 4 sotto l'ombrellone/ Tutte le regole
Covid Hospital e altri tre ospedali "di scorta": il piano delle Marche per uscire dall'emergenza
Triage e termoscanner all’entrata delle strutture, ingressi scaglionati ed organizzati in piccoli gruppi divisi per fasce d’età, sanificazione degli ambienti ed un sistema di ‘isole’ per garantire il distanziamento: sono solo alcune delle proposte al vaglio degli esperti ma, nell’attesa delle ufficiali linee guida nazionali, nei territori si inizia a ragionare sul tema per non farsi trovare impreparati quando le porte riapriranno. Ed in certi casi, si lavora su ipotesi anche più innovative rispetto a quelle al vaglio del comitato. Ne è un esempio il comune di Macerata dove, tra le misure da mettere in campo, si valuta quella di far indossare alle educatrici visiere di protezione trasparenti che coprano naso e bocca, anziché le mascherine chirurgiche.
«I bimbi fino ai 6 anni difficilmente riuscirebbero a rapportarsi con persone con il viso coperto quasi per intero – osserva il dirigente al Welfare Gianluca Puliti –. Se ci sarà consentito, porteremo avanti questa misura, insieme ad altre come la sanificazione e l’uso del termoscanner. L’idea è quella di utilizzare tutte le strutture pubbliche a disposizione (scuole, impianti sportivi e spazi verdi all’aperto) per i centri estivi e di lavorare in piccoli gruppi, con accessi a turno. Magari resteranno aperti più a lungo, mattina e pomeriggio. Alla Regione, abbiamo fatto sapere che siamo pronti a partire dall’8 giugno». Idee simili a quelle vagliate ad Ancona, dove l’assessora alle Politiche scolastiche, Tiziana Borini, ha riassunto la bozza del progetto per i centri estivi in punti chiave: «massimo 15 bambini e tre educatori, utilizzare il maggior numero di scuole possibili, purché dotate di spazio esterno adatto o parchi nelle vicinanze e, se sarà fattibile, coinvolgere agriturismi e fattorie didattiche». Si pensa a un’apertura prolungata. La precedenza potrebbe spettare a chi si trova in situazioni più critiche, come «i nuclei monoparentali o quelli in cui entrambi i genitori sono tornati a lavoro. Domani (oggi) è previsto un incontro in Regione per iniziare a predisporre il piano territoriale dei servizi alla persona».
Niente spiaggia
Probabilmente salteranno i tradizionali soggiorni al mare tra giugno e luglio: «Quest’anno organizzeremo centri estivi urbani nelle tre strutture, in alternativa». Ad Ascoli, è lo stesso sindaco Marco Fioravanti ad interessarsi alla materia, insieme agli uffici. «Si lavorerà in gruppi più piccoli e, tra le valutazioni che abbiamo fatto, c’è quella del termoscanner all’ingresso – fa sapere il primo cittadino –. Appena ci danno l’ok, siamo disponibili a riattivare i servizi». In attesa delle linee da Roma il comune di Pesaro, dove il dirigente Valter Chiani spiega che «stiamo facendo valutazioni su tutto e siamo pronti per qualunque cosa, appena ci comunicheranno le misure ufficiali».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout