Castelli e le concessione balneari: «Nessun dogma europeo, un contrasto radicale alla direttiva Bolkestein»

Castelli, idee chiare: «Nessun dogma europeo, un contrasto radicale alla direttiva Bolkestein»
Castelli, idee chiare: «Nessun dogma europeo, un contrasto radicale alla direttiva Bolkestein»
di Massimiliano Petrilli
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Sabato 22 Gennaio 2022, 05:05

ANCONA  - «Il contrasto alla direttiva Bolkestein deve essere radicale. Quello europeo non è un dogma e bisogna proseguire la battaglia per modificare o integrare l’articolo sui settori esclusi inserendo anche le concessioni balneari prima di pensare alle gare». L’assessore regionale al Demanio marittimo Guido Castelli ha ribadito la linea della Regione all’incontro sulla “Riforma del demanio marittimo” organizzato a Senigallia da Cna balneari con la partecipazione di parlamentari, consiglieri regionali e sindaci marchigiani dei Comuni costieri.


«Applicare la sentenza del Consiglio di Stato del 13 gennaio e tutelare le concessioni balneari esistenti da prima della direttiva Bolkestein» la tesi sostenuta dagli intervenuti. «Pronti a sostenere qualsiasi forma di protesta» ha sottolineato Massimo Olivetti, sindaco di Senigallia. «Siamo impegnati a non girarci dall’altra parte - ha affermato in un videomessaggio Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona e presidente regionale Anci - A breve richiederò un incontro alle associazioni di categoria per entrare nel merito concreto delle proposte da sottoporre al Governo nazionale e a livello europeo».

«La sentenza emanata lunedì 13 gennaio dalla sesta sezione del Consiglio di Stato - ha affermato il presidente Cna Marche Paolo Silenzi - ribalta quanto affermato in precedenza dallo stesso organo con la sentenza del 9 novembre 2021 in tema di concessioni demaniali marittime che ne prevedeva la scadenza al 31 dicembre 2023 e la successiva messa a gara.

Oggi il Consiglio di Stato conferma invece quello che la Cna sostiene da tempo - ha sottolineato Silenzi - la direttiva Bolkestein non può essere applicata ai rapporti concessori instaurati prima del 2009, anno in cui la direttiva è stata recepita dall’ordinamento italiano con decreto. Confido che oggi, dalle Marche e da Senigallia si possa aprire un capitolo nuovo per trovare una soluzione forte e condivisa, tra imprese e istituzioni, per assicurare la piena continuità aziendale per le nostre imprese».

Una pronuncia, quella del Consiglio di Stato, della quale, secondo Cna Balneari, «dovranno tener conto Governo e Parlamento, nell’affrontare la riforma del Demanio Marittimo e che riguarda oltre il 90% delle concessioni balneari esistenti». I 906 titolari di stabilimenti balneari nelle Marche chiedono in particolare «certezze sul futuro delle loro imprese dopo aver affrontato ingenti spese per garantire sanificazione e distanziamento negli stabilimenti. Hanno programmato investimenti decennali, sapendo di avere davanti altri dodici anni di lavoro prima della messa a bando delle concessioni». 


Una posizione, illustrata dalla presidente nazionale Balneari Cna Sabina Cardinali e dal coordinatore Cristiano Tomei, che verrà sostenuta in tutte le sedi istituzionali, a partire dal tavolo tecnico istituito dal Governo. «È altresì importante che la politica e le istituzioni - è stata la richiesta arrivata durante l’incontro - trovino risposte che pongano fine a questo stato di incertezza sul futuro di migliaia di imprese balneari che vanifica il lavoro di una vita di questi piccoli imprenditori che hanno sviluppato negli anni un prodotto, quello della balneazione attrezzata, efficiente, competitivo e di un’eccellenza unica nel panorama europeo e invidiato in tutto il mondo».

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