ANCONA Le rassicurazioni date a un rappresentante di primo piano della sanità privata, che sul nostro giornale lo pungolava parlando di scarsa collaborazione su come tagliare le liste d’attesa, attira sul governatore Francesco Acquaroli il tiro incrociato dell’opposizione. «Finalmente il centrodestra ha gettato la maschera», ironizzano i consiglieri regionali del Pd Maurizio Mangialardi (capogruppo) e Romano Carancini, mentre la capogruppo dei Cinque Stelle Marta Ruggeri contrattacca con una proposta di legge mirata a limitare il ricorso alle cooperative private nei pronto soccorso. Come? Raddoppiando le tariffe «per i medici disponibili a garantire le attività aggiuntive dell’emergenza urgenza, in orari fuori dal servizio ordinario», cercando così di ridurre «il ricorso al personale esterno delle cooperative, che costa il triplo».
L’intervista
Tutto era iniziato mercoledì mattina, quando sul Corriere Adriatico, a corredo di un servizio sulle prestazioni sanitarie specialistiche saltate dagli utenti per le attese eccessive, esce un’intervista al presidente dell’Aiop (Associazione Ospedalità Privata) Marche Enrico Brizioli, che si lamenta di una scarsa interlocuzione con Palazzo Raffaello su liste di attesa e mobilità passiva.
Il fallimento
Le intenzioni svelate dal governatore, per i democrat, confermerebbero ciò che loro denunciavano già agli albori della giunta Acquaroli, «ovvero che con la destra al governo, la Regione Marche si sarebbe avviata verso un modello sanitario profondamente iniquo, dove solo chi può permetterselo economicamente riuscirà a curarsi e a ricevere le migliori prestazioni, come avviene già da anni in Regioni come la Lombardia e il Veneto». L’uscita del presidente Acquaroli, per i consiglieri Pd «testimonia l’inesorabile fallimento della politica sanitaria della destra».
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