ANCONA - «Lo scenario peggiore? Lo si poteva prevedere con la combinazione di tre elementi: cachet alto dell’artista, costo basso dei biglietti e capienza limitata del locale». La formula per la tragedia alla Lanterna Azzurra è stata suggerita ieri mattina in aula da Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, chiamato dalla procura di Ancona a testimoniare nel filone bis del processo, quello legato alle responsabilità amministrative della strage di Corinaldo.
Sul banco dei testimoni il rapper milanese, in look total black, si è seduto alle 10.48, rispondendo alle domande dei pm Gubinelli e Bavai, in quanto «conoscitore delle dinamiche del mondo dello spettacolo» e per due volte protagonista dei dj set alla Lanterna: uno nel 2015 (486 biglietti venduti) e l’altro nel 2016 (586 biglietti). Ha portato un esempio, dettato dalla «mera logica»: «Se vendo il dj set a 20/30 mila euro a un locale con una capienza di circa 500 persone, chi sta gestendo la data è consapevole che il proprietario del locale deve riempirlo a tappo» per rientrare nei costi. E quindi? «Non dico che si sarebbe potuto prevedere la tragedia, ma quanto meno immaginare problemi di tipo logistico». Fermo restando che, per i dj set, il servizio di sicurezza «deve essere garantito dal locale». Ma tenendo anche presente che «da prassi, per me qualcuno fa un sopralluogo in loco per valutare la sicurezza del locale, dell’artista e del pubblico».
(LE VITTIME DELLA STRAGE DI CORINALDO: Eleonora Girolimini, 39 anni, di Senigallia; Daniele Pongetti, 16 anni, di Senigallia; Emma Fabini, 14 anni, di Senigallia; Asia Nasoni, 12 anni, di Marotta; Mattia Orlandi, 15 anni, di Frontone e Benedetta Vitali, 15 anni, di Fano)
Il contratto
Il dj set di Sfera Ebbasta, il trapper che si sarebbe dovuto esibire alla Lanterna l’8 dicembre 2018, da contratto aveva un costo di 17.500 euro + Iva. I biglietti potevano essere venduti a un massimo di 20 euro. «Chiunque fosse a conoscenza del contratto - ha detto Fedez - avrebbe compreso chiaramente che quella sera il locale avrebbe avuto una over capienza». L’esempio opposto, il Billionaire: locale piccolo, in cui una data «può anche essere pagata 80mila euro, ma la clientela è da spesa medio-alta».
Il manager ha ricordato la serata della tragedia: in più van, Sfera e i membri dello staff erano partiti dall’Altromondo di Rimini, dove c’era stato un altro dj set. A Corinaldo ci ha messo piede solo Shablo, arrivato a piedi al locale perché col van, lasciato un chilometro prima, «era impossibile proseguire. La situazione era disperata, con genitori che cercavano i loro figli e i ragazzi che correvano spaventati. Ho chiamato Sfera (era su un altro van, ndr) e gli ho detto di tornare in hotel».
Sfera, felpa e pantaloni della tuta, è entrato in aula alle 13.40. Alla Lanterna Gionata Boschetti c’era stato il 31 ottobre del 2017, per un dj set. «Se facevamo verifiche preventive nei locali? I contratti neanche li guardo, mi occupo solo della parte artistica. Chi gestisce un locale sa, per legge, quante persone possono entrare, quante persone della sicurezza utilizzare, se le uscite di sicurezza funzionano o meno».
Sullo spray: «Nei miei eventi è capitato 2-3 volte, mai nessuno che ricordi si è fatto male. Una volta, non rammento dove, dovemmo sgomberare la sala e poi lo show è ripreso dopo mezz’ora. Lo spray era una problematica legata alle discoteche in generale e ai furti di collanine». Il ricordo dell’8 dicembre 2018: «Mi dissero che c’era la possibilità che qualcuno fosse rimasto ferito per il crollo di alcune transenne». Il bilancio: 6 morti e più di 200 feriti.
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