Fiumi, fossi e torrenti continuano
ad inquinare il mare marchigiano

Fiumi, fossi e torrenti continuano ad inquinare il mare marchigiano
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Sabato 6 Agosto 2016, 13:00
ANCONA - La minaccia della mancata depurazione pesa come un macigno sulle Marche: su dodici punti monitorati da Goletta Verde ben nove, il 75%, presentavano cariche batteriche elevate con valori almeno del doppio rispetto ai limiti imposti dalla legge, con un giudizio di fortemente inquinati. Nel mirino ci sono sempre foci di fiumi, fossi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Da Legambiente arriva quindi l’appello a Regione e amministrazioni comunali, sia dei centri costieri che dell’entroterra, di attivarsi immediatamente per risolvere inefficienze denunciate da anni, per non compromettere una delle principali risorse di questo territorio.

È questo il bilancio del monitoraggio svolto nelle Marche dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati eil sostegnodei partner tecnici NAU e Novamont. L’istantanea regionale sulle acque costiere è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa alla Casa delle Culture di Ancona da Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche e da Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde.

“Ci sarebbe piaciuto raccontare qualcosa di diverso dal solito, ma purtroppo l’immobilismo delle istituzioni sul fronte della depurazione non ha fatto registrare novità di rilievo sul fronte della tutela del mare marchigiano e i nostri punti lo dimostrano – dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. Al centro del problema ancora una volta le foci di fiumi, fossi e torrenti. In cinque punti risultati fortemente inquinati, inoltre, è potenzialmente alta la frequenza dei bagnanti e, di conseguenza, la carica batterica che arriva in mare rappresenta non solo un problema ambientale ma anche un rischio per la salute umana”. Eppure, nonostante da due anni sia scattato l’obbligo per i Comuni di apporre pannelli informativi circa la qualità delle acque, i tecnici di Goletta Verde hanno riscontrato la presenza di cartelli in un solo caso rispetto ai 12 punti campionati. Anche quelli di divieto di balneazione mancano: in nessuno dei cinque punti dove non vengono eseguiti campionamenti da parte delle autorità competenti o risultano non conformi alla balneazione sono presenti cartelli.

“Chiediamo quindi alla Regione Marche – conclude Pulcini - di vigilare sulla corretta informazione ai bagnanti e dimostrare, proprio a partire dall'emergenza depurativa, una nuova visione di sviluppo per questo territorio, attento alle sue risorse e che punti sulla sostenibilità ambientale per rilanciare l'economia”. A puntare il dito contro l’inefficienza del sistema depurativo marchigiano è stata anche l’Unione europea: la nuova procedura di infrazione contro l’Italia (2014/2059) coinvolge, infatti, anche 46 agglomerati urbani marchigiani nei quali sono state riscontrate “anomalie” circa il trattamento dei reflui. Problemi che non riguardano solo i comuni costieri ma anche quelli dell’entroterra. Inoltre gli agglomerati di Pesaro Urbino sono stati già oggetto di una condanna da parte dell’Europa per una precedente procedura d’infrazione conclusasi nel 2013 (C-85/13). A pagare, come sempre, saranno i cittadini: secondo il rapporto della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche, voluta dal Governo, la multa in arrivo per le Marche sarà di circa 11 milioni di euro. I pericoli al mare e alle coste marchigiane non arrivano solo dalla scarsa depurazione, come confermano i dati del dossier Mare Monstrum di Legambiente.

I reati ai danni del mare che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato nelle Marche nel corso del 2015 sono stati 743 (in crescita rispetto ai 495 dell’anno precedente) con 715 persone arrestate e denunciate e 158 sequestri: in pratica 4,3 reati per ogni chilometro di costa. A fare la parte del leone i reati relativi alla pesca di frodo dove le forze dell’ordine hanno scoperto 275 infrazioni (con 255 persone denunciate e arrestate e 70 sequestri). A seguire le infrazioni relative alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state 212 (con 204 persone denunciate e 98 sequestri) e quelle legate al ciclo del cemento, con 141 infrazioni accertate, altrettante persone denunciate e 13 sequestri.

Infine, i reati relativi alla navigazione fuorilegge: 115 i reati contestati, con altrettante persone denunciate. “I dati del dossier Mare Monstrum dimostrano l’importante lavoro svolto nell’ultimo anno da investigatori e inquirenti che dal maggio dello scorso anno hanno a disposizione un nuovo strumento, la legge 68/205 che inserisce i reati ambientali nel codice penale – dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde -. Tra i delitti previsti nella riforma ci sono i reati di inquinamento e disastro ambientale, norme utilizzate ora per colpire anche gli illeciti connessi con il settore depurativo. Un passo avanti fondamentale per scovare e punire finalmente chi continua a devastare i nostri mari. Non si tratta solo di difendere l’ambiente, il problema depurativo è una criticità che ha causato in molte regioni il decremento delle presenze turistiche e rischia quindi di compromettere irrimediabilmente una delle maggiori risorse di questo territorio e l’economia ad esso collegata”.
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