SAN SEVERINO In preda a un raptus il 56enne Michele Quadraroli uccise la madre 84enne Maria Bianchi salendole addosso e soffocandola comprimendole con il proprio peso il torace e l’addome, poi si sarebbe accanito sul volto con un paio di forbici. Ormai morta, avrebbe provato a darle fuoco ma senza riuscirci, bruciandole solo alcune ciocche di capelli. Il delitto è avvenuto il 27 novembre dello scorso anno a San Severino e ora l’uomo, a distanza di quasi sette mesi, è stato scarcerato e si trova in cura in un reparto psichiatrico ospedaliero.
Venerdì scorso il Gip Claudio Bonifazi, alla luce delle conclusioni del dottor Gianni Giuli, perito nominato in sede di incidente probatorio, ha disposto la scarcerazione di Quadraroli, prevedendo una misura di sicurezza provvisoria consistente nel ricovero in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza).
La perizia
«La decisione del giudice - afferma l’avvocato Laura Antonelli, che difende il 56enne - scaturisce dalle conclusioni tratte nella perizia dal dottor Giuli che ha accertato nell’indagato un grave disturbo psichico tale da escludere totalmente la capacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Alla luce di queste considerazioni, per il giudice Bonifazi, vengono meno i presupposti di applicabilità della misura custodiale nella ragionevole previsione di una pronuncia di proscioglimento o assoluzione per mancanza di imputabilità». Quadraroli nel tardo pomeriggio di venerdì è stato trasferito dalla casa circondariale di Montacuto per essere affidato ad una equipe medica altamente specializzata per la cura dei disturbi di cui soffre.