Recanati, il Fai contro il piano
dello scenografo Dante Ferretti

Il Colle dell'Infinito
Il Colle dell'Infinito
di Alessandra Bruno
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Mercoledì 21 Dicembre 2016, 11:37
RECANATI - Restyling sul Colle dell’Infinito, il Fai insorge: «Cosa c’entra Dante Ferretti con il restauro del giardino? E’ un errore culturale spaventoso, quel luogo grida semplicità. Spero che la Soprintendenza bocci il progetto».
Sono parole forti quelle del vice presidente esecutivo del Fai, Marco Magnifico. Il Fondo Ambiente italiano boccia il progetto svelato dall’amministrazione di Recanati, un piano da circa 8 milioni di euro, per riqualificare il Colle dell’Infinito, uno dei luoghi simbolo del poeta Giacomo Leopardi. A collaborare sono stati chiamati lo scenografo tre volte premio Oscar Dante Ferretti e il patron della iGuzzini, Adolfo Guzzini. Quella del vice presidente Fai, vuole essere una «polemica costruttiva»: a lasciarlo perplesso sono stati diversi fattori, come il dietro front dell’amministrazione, che con la fondazione aveva intavolato un percorso condiviso: «Il Colle dell’Infinito- sottolinea Magnifico- è stato censito tra i “Luoghi del cuore” del Fai, almeno sei mesi fa siamo stati chiamati a offrire il nostro contributo. Ho incontrato diverse volte il sindaco Fiordomo, l’assessore Soccio, il presidente del Centro Studi Leopardiani Corvatta, il dottor Scala del Centro mondiale della Poesia e il conte Leopardi. Mentre il nostro ufficio legale si stava scambiando la bozza della convenzione con il Comune, l’amministrazione andava verso un progetto completamente diverso. Ho ricevuto una telefonata dall’assessore Soccio dopo la conferenza, a cose fatte. E’ questione di stile, avremmo gradito una cortesia in più».
A far infervorare il vice presidente, però, non è stata l’esclusione dal progetto quanto l’intervento stesso: «Siamo sempre disponibili a un ripensamento dell’amministrazione. Quando parliamo dell’orto delle monache- spiega- ci riferiamo a uno spazio verde, a metà tra un orto e un giardino, attraverso il quale Leopardi passava per osservare l’Infinito. Un luogo semplice, modesto, tra rose, iris, carciofi e finocchi, che necessita di una manutenzione ordinaria non di una trasformazione della propria identità. La presenza di uno scenografo pluripremiato va bene per allestire una scenografia di sei mesi, non per sempre».
Poi rincara la dose: « Ferretti è un grandissimo scenografo ma non è né un giardiniere né un restauratore, è come se Paolo Pejrone, uno dei più grandi nomi della progettazione paesaggistica, allestisse una scenografia per la Boheme. Tra l’altro a Pejrone ci eravamo rivolti perché secondo noi per questo intervento servono mani di fata».
Del piano “stravolto”, il vice presidente ha appreso dalla stampa: «Non conosco il progetto nel dettaglio- ammette- ma se realmente l’intervento consistesse nella realizzazione di un labirinto, delle statue e dell’inserimento di alcune frasi del Poeta sul muro con tanto di musica, potremmo definire l’intento una vera e propria indelicatezza nei confronti di Leopardi. Con il labirinto sarebbe il giardino di Ferretti non di Leopardi. Trovo ci sia dell’arroganza in questo. E poi quale musica è più bella del silenzio che accompagna il Colle dell’Infinito?» E chiude: «Noi avevamo preventivato una spesa di circa 200 mila euro, qui si spendono milioni».
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