Porto Recanati, tentato omicidio per gli schiamazzi: tunisino condannato a sette anni

Gli aveva spaccato una bottiglia in testa

Tentato omicidio per gli schiamazzi, un tunisino condannato a sette anni
Tentato omicidio per gli schiamazzi, un tunisino condannato a sette anni
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 13:04
PORTO RECANATI Infastidito dagli schiamazzi di un marocchino che stava litigando con un tunisino era intervenuto colpendo il marocchino con una bottigliata in testa. Ieri Brahim Bennani, tunisino 34enne è stato condannato a sette anni di reclusione per tentato omicidio. La violenta aggressione era scattata il 23 giugno del 2018 all’interno dell’Hotel House di Porto Recanati.  

Secondo la ricostruzione accusatoria, sostenuta in aula dal pubblico ministero Claudio Rastrelli, quel giorno Bennani infastidito dagli schiamazzi provocati dal litigio tra la persona offesa, visibilmente ubriaca e un tunisino, era intervenuto colpendo il marocchino con una bottiglia di vetro sulla testa.

La violenza anche quando era a terra
 

A seguito del colpo ricevuto la vittima cadde a terra e a quel punto il tunisino avrebbe continuato ad infierire su di lui sferrandogli dei calci sempre alla testa. Dopo quella violenta aggressione il tunisino aveva caricato il marocchino in auto e lo aveva portato alla locale Croce Azzurra. Trasportata d’urgenza in ospedale dove arrivò in pericolo di vita, la vittima riportò la frattura della teca cranica temporo-parietale destra con una prognosi superiore a 40 giorni. Nei confronti dell’aggressore, difeso dall’avvocato Marco Poloni, era stato aperto un fascicolo per tentato omicidio e successivamente, con quell’accusa è finito sotto processo. Nel corso del dibattimento celebrato dinanzi ai giudici in composizione collegiale (presidente Roberto Evangelisti) furono sentiti alcuni testimoni tra i quali anche la vittima che riferì di essere rimasta ricoverata in ospedale, a causa delle ferite riportate, per circa tre mesi.

Nel rispondere alle domande del pm e del difensore dell’imputato, la vittima riferì di essere stata colpita con una bottiglia di vetro di birra e con un bastone. L’imputato invece ha deciso di non sottoporsi ad esame. Chiusa l’istruttoria, ieri il processo è stato discusso: il Pm riconoscendo anche l’aggravante dei futili motivi ha concluso la requisitoria chiedendo la condanna del 34enne a otto anni di reclusione, il collegio, all’esito della camera di consiglio, ha letto il dispositivo: sette anni di reclusione, senza l’aggravante dei futili motivi. 

«Pronti a ricorrere in appello»
 

«Aspettiamo di leggere le motivazioni e poi impugneremo la sentenza in Appello – ha commentato l’avvocato Poloni a margine dell’udienza –. Il mio assistito ha sempre negato di aver aggredito la persona offesa. Oltretutto nel corso del dibattimento non è stato chiarito neppure come sarebbe avvenuta l’aggressione, se con una bottiglia o con un bastone o con entrambi. Ci sono state plurime incongruenze tra quanto riferito dalla persona offesa in querela e quanto detto in aula, così come ci sono state incongruenze molto importanti tra le dichiarazioni rese dalla persona offesa e quelle rese da alcuni testimoni».

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