Secondo la ricostruzione accusatoria, sostenuta in aula dal pubblico ministero Claudio Rastrelli, quel giorno Bennani infastidito dagli schiamazzi provocati dal litigio tra la persona offesa, visibilmente ubriaca e un tunisino, era intervenuto colpendo il marocchino con una bottiglia di vetro sulla testa.
La violenza anche quando era a terra
A seguito del colpo ricevuto la vittima cadde a terra e a quel punto il tunisino avrebbe continuato ad infierire su di lui sferrandogli dei calci sempre alla testa. Dopo quella violenta aggressione il tunisino aveva caricato il marocchino in auto e lo aveva portato alla locale Croce Azzurra. Trasportata d’urgenza in ospedale dove arrivò in pericolo di vita, la vittima riportò la frattura della teca cranica temporo-parietale destra con una prognosi superiore a 40 giorni. Nei confronti dell’aggressore, difeso dall’avvocato Marco Poloni, era stato aperto un fascicolo per tentato omicidio e successivamente, con quell’accusa è finito sotto processo. Nel corso del dibattimento celebrato dinanzi ai giudici in composizione collegiale (presidente Roberto Evangelisti) furono sentiti alcuni testimoni tra i quali anche la vittima che riferì di essere rimasta ricoverata in ospedale, a causa delle ferite riportate, per circa tre mesi.
«Pronti a ricorrere in appello»
«Aspettiamo di leggere le motivazioni e poi impugneremo la sentenza in Appello – ha commentato l’avvocato Poloni a margine dell’udienza –. Il mio assistito ha sempre negato di aver aggredito la persona offesa. Oltretutto nel corso del dibattimento non è stato chiarito neppure come sarebbe avvenuta l’aggressione, se con una bottiglia o con un bastone o con entrambi. Ci sono state plurime incongruenze tra quanto riferito dalla persona offesa in querela e quanto detto in aula, così come ci sono state incongruenze molto importanti tra le dichiarazioni rese dalla persona offesa e quelle rese da alcuni testimoni».