Rifiuti ed erba alta nella piazza in onore dei martiri di Nassiriya

Il degrado nella piazza
Il degrado nella piazza
di Emanuele Pagnanini
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Venerdì 21 Agosto 2020, 07:45

CIVITANOVA - Per piazza Nassiriya manca una programmazione sistematica di cura e pulizia. Ormai da anni, si interviene quando ci sono proteste o segnalazioni di commercianti della zona, passanti o cittadini che sono particolarmente legati all’Arma. Il risultato è che per lunghi periodi tra un intervento e l’altro, le condizioni della piazza sono imbarazzanti. Ancora una volta, quel parcheggio (perché questo è l’uso che si fa dell’area) è caratterizzato dal degrado. 

 
La lapide con i nomi dei militari uccisi in un attentato nella città irachena nel 2003, ormai è circondata da erbacce che la superano in altezza. Vegetazione infestante che è ben visibile anche attorno alle aiuole del piazzale. Dove ormai da tempo campeggiano parecchi rifiuti. Ci sono piatti, bicchieri, tovaglioli e posate di plastica, usati per pasti veloci consumati in loco oppure in altre parti ma poi raccolti in sacchetti e qui abbandonati. Ma l’immondizia è costituita da un’ampia varietà. Ci sono diversi scatoloni e contenitori di materiali edili o elettronici. In questo caso ci sarà stato qualche artigiano oppure qualcuno che sta facendo lavori in casa che ha pensato bene di svuotare il furgone in quest’area. Non mancano i resti di potature, anche di alberelli della zona, lasciate a marcire sulle piastrelle. Non poteva mancare l’oggetto che ha caratterizzato il 2020: la mascherina. Ce ne sono di diversi tipi lasciate per terra. La chiusura del Mercatone Uno, dopo quella dell’Iper (il Civita center è solo in parte occupato dall’Ecomercatone) ha aggravato la situazione, visto che la piazza è meno frequentata da utenti. L’unico aspetto positivo è che meno persone possono vedere in che condizioni si trova quel largo piazzale. Sarebbe già un problema di incuria se si trattasse di un anonimo parcheggio della zona commerciale un po’ nascosto dalle zone maggiormente frequentate. Però è di proprietà pubblica e soprattutto il nome che porta merita rispetto. Ed è salita agli onori della cronaca proprio per documentare il suo stato più che per le annuali commemorazioni dei Carabinieri caduti. 

Anni fa è stata spesso occupata da carovane di nomadi. L’accesso è stato chiuso con grossi blocchi di cemento, poi successivamente riaperto quando roulotte e camper hanno lasciato la città, anche se i rifiuti di pasti lasciano pensare a qualche bivacco. Prevedere una pulizia periodica e sistematica sarebbe già molto.

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