Montecassiano, con un bimbo di due mesi in braccio fugge dal marito. Aveva il volto tumefatto dalle botte

Con un bimbo di due mesi in braccio e il volto tumefatto fugge dal marito
Con un bimbo di due mesi in braccio e il volto tumefatto fugge dal marito
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:04

MONTECASSIANO Fugge di casa con il volto tumefatto e il bambino di due mesi in braccio e chiede aiuto a un automobilista che la porta da una vicina di casa, dove è stata soccorsa da un’ambulanza. È accaduto mercoledì scorso (ma se n’è avuta notizia solo ieri) quando la donna è stata portata al Pronto Soccorso, i medici le hanno riscontrato la frattura delle ossa nasali e una policontusione, stabilendo una prognosi di 30 giorni. 

 

Alle forze dell’ordine la giovane mamma ha poi riferito che ad aggredirla era stato il marito, un 30enne di origine straniera. Ma non solo. La vittima ha raccontato che la convivenza con il coniuge era diventata mortificante e penosa da poco più di un anno, da quando i due avevano deciso di sposarsi. La donna ha riferito che il marito, per gelosia e abusando di sostanze alcoliche, l’avrebbe maltrattata anche quando era in stato di gravidanza tanto che in alcune circostanze sarebbe andata a dormire nell’ufficio dove lavorava. In base a quanto raccontato dalla vittima il 30enne l’avrebbe minacciata di morte e quando era al sesto mese di gravidanza, l’avrebbe aggredita fisicamente colpendola con schiaffi sul viso e tirandola per i capelli fino a farla cadere dal letto. L’ultima volta, l’11 ottobre scorso, il marito l’avrebbe presa a pugni in faccia dicendole: «Stavolta ti meno come avrei dovuto fare tanto tempo fa» poi, per non far sentire le urla della coniuge, le avrebbe messo uno straccio sulla bocca. Dopo questa aggressione la donna aveva preso il figlioletto ed era scappata in strada chiedendo aiuto ad un automobilista di passaggio che l’aveva accompagnata da una vicina di casa e lì la donna aveva atteso l’arrivo dell’ambulanza. Dopo la denuncia la vicenda era stata segnalata alla Procura di Macerata e il pubblico ministero di turno, Francesco Carusi aveva chiesto al Gip l’emissione di una misura a carico del 30enne accusato di maltrattamenti e lesioni. 

Nello specifico il sostituto procuratore aveva chiesto l’allontanamento dell’uomo dall’abitazione familiare e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa per evitare occasioni di contatto con la donna.

La richiesta è stata vagliata dal giudice per le indagini preliminari Claudio Bonifazi che sabato scorso ha accolto la richiesta del Pm disponendo per l’uomo l’allontanamento dalla casa familiare (dove potrà accedere solo se autorizzato dal giudice) e il divieto di avvicinarsi al luogo di lavoro della vittima. Per il Gip a carico dell’uomo ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza corroborati oltre che dalle parole della donna, dal referto del pronto soccorso, indizi talmente gravi da far ritenere che ci fosse il concreto e attuale pericolo che l’uomo potesse commettere ulteriori atti di violenza permanendo in casa con la moglie. Il 30enne, difeso dall’avvocato Vanni Vecchioli, venerdì prossimo comparirà davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. In quella occasione potrà decidere se dare la propria versione dei fatti oppure avvalersi della facoltà di non rispondere.

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