Monte San Giusto, targhetta del soldato
trova casa: «Marino era mio padre»

Monte San Giusto, targhetta del soldato trova casa: «Marino era mio padre»
di Giulia Sancricca
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Mercoledì 6 Febbraio 2019, 07:05

MONTE SAN GIUSTO - Quello che ieri era solo un nome inciso su una targhetta, oggi ha un volto e una storia. E’ la storia di Marino Romagnoli. Il soldato originario di Monte San Giusto, proprietario della medaglietta in metallo ritrovata nelle campagne del Trentino. A raccontare quello che accadde nel periodo della seconda guerra mondiale, però, non è Marino, scomparso nel 1996, ma suo figlio Giuseppe che vive a Torino ed è stato avvisato dal cugino marchigiano che una targhetta con le generalità del padre era finita su un gruppo Facebook con l’obiettivo di risalire a qualche familiare del soldato. Il romanticismo di questa storia, unito alla velocità dei social e alla curiosità dei lettori del Corriere Adriatico ha portato subito ad un nome.
 
E’ stato così che Giuseppe Romagnoli ha contattato la redazione e ha raccontato la storia di suo padre: «Mio padre era un ciabattino di Monte San Giusto - racconta - . Gli arrivò la lettera del militare nel periodo dell’armistizio dell’8 settembre 1943. Probabilmente gli chiesero se voleva collaborare con i tedeschi e lui avrà tentennato, così lo hanno mandato in un campo di lavoro, in Germania, per quattro anni. Era in una cava di zolfo e di pietra. Ha patito una fame terrificante. Mi raccontò che a Natale fece un presepe con la carta e i tedeschi furono così contenti che gli regalarono un po’ di patate da mangiare. Da quel campo di lavoro, poi, è ritornato a piedi verso la sua terra natia». E’ probabilmente durante il viaggio di ritorno che Marino deve aver perso la medaglietta nelle campagne del Trentino. Un viaggio lungo che lo ha riportato nella sua terra, in provincia di Macerata, dove ha conosciuto la donna che presto è diventata sua moglie. «Mio nonno, che aveva un negozio di scarpe a Recanati, consigliò a mio padre di trasferirsi a Torino dove avrebbe potuto trovare lavoro - prosegue Giuseppe Romagnoli - . Io sono nato nel 1947 proprio a Torino, subito dopo la liberazione. Mio padre portava la bandiera dei reduci, è stato tanti anni nella sezione della città come ex internato e reduce. Ho ancora tutti i documenti, le medaglie e un quadernino dove aveva scritto tutta la sua storia. Ora sarebbe bello poter riprendere anche la medaglietta ritrovata in Trentino. Ho un bel ricordo dei miei genitori, sono state bravissime persone e li ho sempre sulle foto del comodino». Un cerchio che si chiude, quello che era cominciato con la ricerca, tramite un appassionato di metal detector, dei parenti del proprietario della medaglietta. Un lieto fine che farà sicuramente piacere anche a Stefano e Roberto, i fondatori del gruppo Metal Detector Macerata che hanno divulgato l’immagine della medaglietta di Marino Romagnoli. Dopo oltre settant’anni, superando le fatiche della guerra, quella targhetta con le generalità di un ciabattino di Monte San Giusto dimostra quanto ogni oggetto storico sia carico di valori, di emozioni e di affetti, anche lontano centinaia di chilometri dalla terra a cui è legato.

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