Concluso lo studio sulle faglie attive, escluse quelle di Macerata e Ussita

Concluso lo studio sulle faglie attive, escluse quelle di Macerata e Ussita
Concluso lo studio sulle faglie attive, escluse quelle di Macerata e Ussita
di Giulia Sancricca
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Giovedì 16 Febbraio 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:38

MACERATA -  Faglie attive e capaci. Il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli ha fatto il punto della situazione con Ingv, Cnr, Ispra e delle università di Camerino, Chieti, L’Aquila e Uninsubria dopo la conclusione dello studio. «Grazie a questa ricerca - ha detto il senatore di FdI -, che rappresenta un primato in Italia per estensione territoriale e per la sua natura pubblica, possiamo finalmente avere una conoscenza approfondita per indicare chiaramente ai cittadini e ai Comuni dove possono ricostruire e dove invece occorre delocalizzare per motivi di sicurezza».

Gli approfondimenti hanno riguardato le faglie attive e capaci (Fac) di Norcia, Preci, Macerata, Ussita, Capitignano, Montereale, Barete, Pizzoli, Leonessa, Cittaducale, Rieti, Cantalice, Rivodutri e Ortolano di Campotosto. I risultati dello studio di approfondimento sono già disponibili ai Comuni, ma sarà comunque utile la loro divulgazione anche ai cittadini dei territori interessati, per una maggiore consapevolezza delle azioni di prevenzione messe in campo dalla Struttura commissariale. 

Le Fac rappresentano una pericolosità sismica aggiuntiva, in quanto in caso di sisma possono determinare un dislocamento della superficie topografica danneggiando tutto quello che è stato costruito sopra.

Il loro studio consente di individuare le zone di rispetto e le distanze minime che gli edifici devono rispettare per evitarne gli effetti. «Dopo una prima fase, che ha escluso la presenza di Fac a Frontignano di Ussita e Macerata - spiega la struttura commissariale -, la seconda e terza fase sono state concentrate sulle restanti località, aggiornando, laddove necessario, le microzonazioni di terzo livello». La seconda fase dello studio ha consentito di eliminare altre Fac e, dove presenti, di ridimensionare le aree di rispetto, dai 400 metri iniziali a 30 metri, sbloccando la ricostruzione di importanti centri abitati, dove ora si può nuovamente programmare e ricostruire».


La nuova cartografia delle aree interessate dallo studio è pubblicata sul sito della struttura commissariale sisma 2016. « Il centro Italia - dice Castelli - si offre al Paese come un modello per prevenzione e ricostruzione. Con il suo insieme di buone pratiche sarà il cuore della futura legge sulle ricostruzioni». 

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