Il settore del food fa volare l’export, la provincia di Macerata a +17,5%. Richieste pure da Argentina e Nuova Zelanda

Il settore del food fa volare l’export, la provincia di Macerata a +17,5%. Richieste pure da Argentina e Nuova Zelanda
​Il settore del food fa volare l’export, la provincia di Macerata a +17,5%. Richieste pure da Argentina e Nuova Zelanda
di Giulia Sancricca
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Martedì 16 Maggio 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 11:39

MACERATA - Le eccellenze enogastronomiche italiane, si sa, sono apprezzate in tutto il mondo. E quelle maceratesi non sono da meno. Lo dimostrano l’export in crescita e l’interesse dei nuovi mercati verso i prodotti locali riscontrato alla fiera TuttoFood di Milano. Ma il segno più si era visto già lo scorso anno: secondo i dati diffusi da Confartigianato, il 2022 ha registrato per questo settore un peso di 90 milioni di euro nella provincia di Macerata, 68 milioni per Ascoli Piceno e 13 milioni nella provincia di Fermo. La variazione percentuale rispetto al 2021 vede Macerata segnare un +17,5%. 

 
Numeri che fanno ben sperare e che spingono a guardare al futuro con ottimismo dopo i 2.500 brand messi in contatto in fiera con buyer giunti da oltre 54 Paesi.

A raggiungere unanimi consensi, sono state le aziende del territorio produttrici di pasta, olio, insaccati tipici, dolci, sottoli e non solo, che hanno visto nei propri stand l’arrivo di buyer provenienti da Stati Uniti ed Europa (Francia, Germania, Belgio, Svizzera, Croazia), con la riconferma di mercati strategici come quello giapponese.

I contatti

Ma, come osserva Paolo Capponi, responsabile Export per Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, «si sono avuti contatti anche con Paesi che si stanno iniziando ad affacciare ai nostri prodotti, penso ad Argentina, Finlandia, India, Australia, Nuova Zelanda e Canada. È la riprova che le nostre aziende sono sempre più apprezzate in tutto il mondo non solo per l’innata qualità, ma anche per l’attenzione rivolta al profilo dell’innovazione e del gusto. Le nostre produzioni, del resto, ben si sposano con le richieste dei mercati esteri e hanno la peculiarità di contaminare le cucine internazionali, diventando esse stesse nuovi elementi di fusione».


È un momento particolarmente positivo per l’export di prodotti alimentari del territorio. «Le imprese si sono dette soddisfatte dei risultati ottenuti durante TuttoFood – aggiunge Capponi -, visto che si andranno ad aprire nuove collaborazioni commerciali. Ringraziamo la Regione Marche, la Camera di commercio delle Marche, Atim Agenzia per il turismo e per l’internazionalizzazione delle Marche e l’Azienda speciale Linfa per il sostegno concesso in importanti iniziative fieristiche come questa». Poi entra nello specifico della ripartenza.

Le imprese

«In realtà, anche durante la pandemia, le imprese non si sono mai fermate. Abbiamo riscontrato una fortissima dinamicità degli imprenditori che non sono mai stati fermi e sono stati abili nel promuoversi sia nelle piattaforme online che nelle interazioni via web». Il segreto riguarda invece l’innovazione del prodotto e la volontà di adeguare le tradizioni alle esigenze degli stranieri. 

Il packaging


«I prodotti sono piaciuti non solo per la qualità, ma anche packaging e la presentazione. Il prodotto italiano ha un forte interesse e il food sta avendo performance veramente notevoli: ci si sta approcciando alle produzioni italiane perché sempre di più contaminano anche la cucina di altri Paesi». Come per tutti i settori, però, anche in quello agroalimentare non manca la spada di Damocle della manodopera. «Non ci dimentichiamo che le nostre imprese lavorano anche per il mercato italiano, ed è in crescita anche questo. La ripresa non è risolta ancora del tutto, ma ci sono ottime prospettive di crescita e sviluppo. Il problema è la manodopera: con le attuali performance in crescita dobbiamo cercare di monitorare e valutare le commesse perché poi potrebbero essere portate a termine con difficoltà».

Un problema che risulta difficile risolvere nel breve periodo, ma per il quale le associazioni di categoria sono già al lavoro. «Sono previsti corsi e iniziative con la Regione Marche, ma nell’immediato si fa fatica a trovare personale specializzato. In prospettiva riusciremo a fare qualcosa grazie ai nuovi ragazzi che si vorranno cimentare in questo mestiere. In questo modo avremo tanto più prodotto a disposizione».

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