MACERATA Una convenzione per ridurre i costi di pulizia dei muri imbrattati. Sempre più spycam in centro anche per individuare gli autori. La modifica al nuovo regolamento della polizia municipale con multe fino a 300 euro per chi imbratta. Eppure il centro di Macerata resta sotto lo scacco dei writer. Graffiti ovunque, in ogni angolo, sulle mura pubbliche e in quelle degli edifici privati dove i proprietari si sono ormai arresi di fronte alla mancanza di decoro e di attenzione che arriva in primis da parte dei cittadini stessi. Tutt’altro che un ottimo biglietto da visita per il capoluogo che punta sempre di più sulla cultura e sul turismo, ma poi si presenta con graffiti di ogni genere tra i palazzi storici e le vie più caratteristiche della città.
I graffiti
C’è chi sceglie le mura maceratesi per dichiarare il proprio amore o per gridare al mondo il suo orientamento politico.
Scale bianche
Non solo, le scale che portano a via Armaroli sono di nuovo tornate bianche, nonostante restino spesso i segni delle notti della movida. E nonostante la rinascita di questa zona sia stata spesso portata come esempio dall’amministrazione per invogliare altri condomini e altri proprietari delle abitazioni imbrattate ad aderire alla convenzione stipulata tra il Comune e una ditta di pulizia, il progetto non è mai riuscito a decollare davvero. Il protocollo avrebbe dovuto dare i suoi frutti, e invece pare che l’appeal iniziale si sia fermato a una decina di adesioni. Il resto? Forse il timore che i writer tornino - anche se la pulizia prevede pure un trattamento ad hoc contro le nuove scritte - ha fatto la sua parte. La convenzione prevede una compartecipazione dell’ente per il 30% della spesa sostenuta dal privato, (l’ente eroga al massimo 900 euro). Ma le mura imbrattate non sono l’unica emergenza collegata al decoro della città. Un altro tema più volte portato alla ribalta dalla consigliera di opposizione Stefania Monteverde è quello dei sottopassi nel degrado.
Da quello dell’ex Park Sì al collegamento in zona Cancelli, fino ai sottopassi di viale Trieste. Non solo graffiti: in questo caso non mancano i soffitti danneggiati e i pavimenti divelti. Eppure, anche il sottopasso di Porta Convitto, da poco restaurato e con un innovativo impianto di illuminazione, a poche settimane dalla riapertura ha dovuto fare i conti con i vandali che hanno rotto le plafoniere. L’ennesimo esempio che l’emergenza decoro ha origine per primo dalla mancanza di attenzione al bene pubblico da parte dei cittadini.