Il ricatto di una badante al figlio dell'assistita: «Dammi 200mila euro ​o dico a mio marito che abbiamo avuto una relazione»

Un'aula del tribunale
Un'aula del tribunale
di Benedetta Lombo
3 Minuti di Lettura
Sabato 25 Novembre 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 08:21

MACERATA  - «Lavorava come badante per mia madre, un giorno mi si avvicinò, ci furono delle effusioni e tutto finì lì. Dopo iniziò a chiedermi 200mila euro con la minaccia di raccontare a suo marito lo scambio di effusioni». Lo ha riferito ieri in aula un 61enne, parte civile nel processo instaurato a carico di una badante moldava di 43 anni che all’epoca accudiva sua mamma. La donna è accusata di tentata estorsione perché per l’accusa, con la minaccia di raccontare al marito che tra lei e il 61enne c’era stata una relazione sentimentale, aveva tentato di farsi consegnare 200mila euro. Il fatto finito al centro del procedimento penale risale al 2020.

Secondo la ricostruzione accusatoria ieri sostenuta in aula dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo, nell’aprile del 2020 la donna, che all’epoca lavorava come assistente domiciliare della madre del maceratese, avrebbe chiesto al figlio l’ingente somma di denaro.

Secondo la versione della vittima tra i due c’era stato un piccolo avvicinamento, ma niente che fosse né una relazione sentimentale né sessuale.

All’epoca la moldava lo avrebbe anche denunciato per violenza sessuale riferendo di aver notato lividi sul corpo dell’anziana e a seguito di queste dichiarazioni si aprirono due procedimenti a carico dell’uomo, uno per violenza sessuale (chiuso con un non luogo a procedere disposto dal Gup) e uno per maltrattamenti in famiglia nei confronti della madre (archiviato). Ieri in aula il 61enne, tutelato dall’avvocato Andrea Tonnarelli, ha confermato le accuse e l’udienza è stata rinviata per proseguire l’istruttoria.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Sandro Giustozzi, sin dall’inizio ha respinto gli addebiti fornendo un’altra versione dei fatti. «Era stato lui – aveva sostenuto in passato il difensore – a proporre alla mia cliente di prestarle quella cifra per aiutarla a comprare casa. Poi però avrebbe deciso di non darglieli più e lei le aveva risposto “Ne parlo con mio marito”. Non c’è stata alcuna minaccia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA