Torna l’incubo Coronavirus nella casa di riposo, 39 ospiti positivi a Villa Cozza

La casa di riposo di Villa Cozza a Macerata
La casa di riposo di Villa Cozza a Macerata
di Alessandra Bastarè
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Domenica 25 Ottobre 2020, 04:55

MACERATA - Focolaio di ospiti positivi al Covid-19 alla casa di riposo maceratese di Villa Cozza: 39 gli anziani contagiati. Il direttore dell’Ircr Francesco Prioglio: «Villa Cozza si trasformi in struttura sanitaria, con la presenza continua di medici». Dopo l’appello, il dirigente fa il punto della situazione.

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«Prima della nuova fase dell’emergenza avevano effettuato 120 test sierologici ai nostri operatori nell’arco di due giornate e tutti erano risultati negativi – spiega -. Lunedì invece abbiamo saputo che una nostra operatrice, che era a casa in malattia, era risultata positiva al tampone (successivamente anche un altro operatore è risultato positivo, ndr)». 


«A quel punto - continua il direttore - abbiamo fatto subito i test rapidi che avevamo, 40, a tutti.

E poi il martedì abbiamo fatto gli altri 185 per coprire tutti gli operatori sanitari e gli ospiti». Dato che alcuni esami avevano dato un esito incerto a Villa Cozza anche tutti gli ospiti sono stati sottoposti a tampone e «39 sono risultati positivi, 37 negativi mentre 19 tamponi devono ancora essere processati e siamo in attesa dell’esito – ha spiegato Prioglio -. A fronte di questo abbiamo subito isolato le persone e creato dei percorsi “sporchi” e “puliti”. Tutti gli operatori lavorano con tuta, maschera, doppi guanti e calzari e l’Asur è stata subito contattata in quanto è importante che Villa Cozza diventi subito una struttura sanitaria con la presenza costante di medici oppure gli ospiti, nel caso in cui dovessero manifestare esigenze particolari, vengano portati in un luogo sanitario». 


Al momento uno degli anziani è stato trasferito in ospedale ma non per complicanze relative al Covid. «Ieri mattina l’Usca è stata da noi tutto il giorno e l’auspicio è che questa presenza sia continua e costante – ha concluso il direttore -. Chiediamo all’Asur, che ringraziamo per la prontezza e la collaborazione, di garantire la presenza di medici per poter trasformare quella che è una residenza socio sanitaria in una residenza sanitaria. Ci siamo già attivati per garantire agli operatori sanitari, dal punto di vista logistico, un posto in cui dormire nel caso in cui decidessero di non tornare a casa. In settimana procederemo con un nuovo tampone su tutti gli ospiti e la situazione sarà monitorata costantemente». 


Intanto nel capoluogo è stata riaperta venerdì la palazzina di Malattia infettive, vicino all’ospedale civile. «Abbiamo riaperto la struttura venerdì e al momento ci sono quattro persone ricoverate sui 40 posti disponibili – ha spiegato il primario del reparto di Malattie Infettive di Macerata, Alessandro Chiodera -. Si tratta di una palazzina che ospita i pazienti per la degenza ordinaria e all’interno lavorano tre infettivologi più un infermiere». Le previsioni parlano di un aumento di ricoveri nei prossimi 15 giorni. «Purtroppo stiamo assistendo a un peggioramento continuo e io credo che questo aumento non avverrà tra 15 giorni ma anche prima – ha spiegato il dottor Chiodera -. Ovviamente l’obiettivo da seguire, oltre a garantire la salute dei pazienti, è quello di mantenere gli ospedali operativi e “lontani” dal percorso Covid relegando i pazienti contagiati in altre strutture come quella alla fiera di Civitanova. Se questo non dovesse accadere e fossero necessarie nuove strutture il piano pandemico regionale prevede ovviamente la riconversione degli ospedali della provincia in strutture Covid come accaduto a Camerino e Civitanova a marzo. A chi toccherà? Questa decisione spetta alla direzione regionale dell’Asur; quel che è certo è che al momento c’è anche bisogno di maggiore personale per far fronte all’emergenza sanitaria». 
In questi giorni le richieste di tamponi sono aumentate esponenzialmente e anche questa è una questione che la sanità provinciale – come in generale quella regionale - si trova a dover affrontare. «La domanda è aumentata tantissimo – ha specificato il primario di Malattie Infettive di Macerata -. L’ideale è fare più tamponi possibili ma purtroppo mancano tempi, i posti e anche le apparecchiature per far fronte all’ingente domanda. La Regione ha stabilito che nelle case di riposo si possono effettuare i test rapidi antigenici ogni 15 giorni e se ripetuti costantemente possono permettere di cogliere anche le infezioni asintomatiche e quindi rappresentano un buono strumento perché così utilizzati danno un’ottima probabilità della diagnosi in merito alla positività; ecco questo tipo di test si potrebbero implementare». 

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