Macerata, volontario di Porto Recanati accusato di circonvenzione d’incapace: nel mirino i prelievi con il Bancomat

Accusato di circonvenzione d’incapace, nel mirino i prelievi con il Bancomat
Accusato di circonvenzione d’incapace, nel mirino i prelievi con il Bancomat
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 12:06

MACERATA - Accusato di circonvenzione di incapace e indebito utilizzo di carta di credito, ieri si è aperto il processo a carico di un 31enne portorecanatese che lavora nell’ambito del volontariato. La difesa respinge gli addebiti: «Non si è appropriato di nulla, avevamo anche chiesto di acquisire i filmati per vedere chi effettuava i prelievi». 
 

La vicenda finita ieri all’attenzione del giudice monocratico del Tribunale di Macerata Andrea Belli e del pubblico ministero Raffaela Zuccarini risale allo scorso anno.

Secondo la ricostruzione accusatoria (il fascicolo è del pubblico ministero Rosanna Buccini) il 31enne che in quel periodo accompagnava un giovane affetto da sordomutismo ed afasia con incapacità di esprimersi attraverso la scrittura, si sarebbe fatto consegnare la carta bancomat della vittima e il Pin e con questi avrebbe fatto dei prelievi illeciti e acquisti senza l’autorizzazione del titolare del conto bancario. L’accusa nasce dalla denuncia fatta dalla persona offesa e dalla mamma, era stata quest’ultima ad accorgersi di prelievi eseguiti sul conto del figlio e dopo avergliene chiesto conto i due non sarebbero riusciti a scoprire l’origine degli ammanchi. Per l’accusa, dunque, a fare prelievi e acquisti sarebbe stato il 31enne all’insaputa del giovane. Una ricostruzione che però la difesa respinge con fermezza.

La difesa dell'avvocato

«Il mio assistito – spiega l’avvocato Aldo Rino Sichetti – non ha mai fatto prelievi con la carta del giovane né ha circuito nessuno. Per un periodo lo assisteva nei fine settimana, stava con lui e lo accompagnava in giro, ma non ha mai preso nulla da lui». La difesa tra l’altro, quando la Procura chiuse le indagini notificando all’allora indagato il relativo avviso, chiese che venissero controllate le telecamere o dell’istituto di credito dove erano stati eseguiti i prelievi o quelle posizionate nelle immediate vicinanze della banca, magari di privati cittadini o di esercizi commerciali proprio per appurare chi fisicamente fosse andato a prendere i soldi. Questo per quanto riguarda l’accusa di indebito utilizzo di carta di credito. Per la contestazione della circonvenzione di incapace, il difensore ha sottolineato che la persona offesa non ha problemi di natura psichica né uno stato tale da poter essere indotta a compiere atti dannosi per sé o per gli altri.

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