Riceve 18 bollettini del gas da pagare ma non la fattura: «La gente non sa più dove sbattere la testa»

Il presidente dell’associazione “La terra trema noi no” Diego Camillozzi
Il presidente dell’associazione “La terra trema noi no” Diego Camillozzi
di Monia Orazi
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Sabato 9 Gennaio 2021, 10:36

MACERATA -  Conto salato per una 40enne di Tolentino che si è vista recapitare una bolletta del gas da 6580 euro, regolarmente rateizzata in 18 bollettini da 365 euro ciascuno, che sono stati inviati senza che preventivamente il gestore abbia emesso la fattura, come previsto dalla legge.

A segnalare la situazione è ancora una volta l’associazione “La terra trema noi no”, tramite il presidente Diego Camillozzi: «Si tratta di una signora di Tolentino che ha ricevuto questa bolletta piuttosto onerosa del gas, ma senza avere al tempo stesso la fattura come previsto dalla legge, anche per il gas è previsto lo sconto degli oneri di sistema nel periodo di sospensione delle bollette, un po’ meno del 40 per cento dell’importo totale, anche in questo caso i conti non tornano. Le persone sono già provate da anni difficili, adesso si vedono arrivare bollette a tre zeri come questa e non sanno dove sbattere la testa. E’ inammissibile che si verifichi anche l’invio di bollette pazze. Non oso immaginare cosa accadrà nelle prossime settimane, c’è chi si vedrà arrivare le bollette della casa inagibile insieme a quelle della Sae in cui vive, chi è anziano a vedere queste cifre rischia l’infarto. Ci sono circa 500 mila persone che hanno avuto le bollette sospese nel cratere, non possono esserci errori». 


L’associazione si sta organizzando per poter contestare le bollette direttamente ai gestori, spiega Camillozzi: «Ci stanno già arrivando diverse bollette, stiamo valutando a chi far seguire il problema, forse sarebbe opportuno un controllo a monte dell’Arera, comminando ai gestori delle multe salate per l’invio errato di bollette pazze, come capitato di recente.

Relativamente all’energia elettrica un altro problema da affrontare sono i salti di corrente nel periodo invernale, che mettono a dura prova chi vive nelle Sae in caso di maltempo, essendo la corrente l’unica fonte di riscaldamento. Abbiamo proposto di fornire l’Anas di gruppi elettrogeni, che in caso di mancanza di energia elettrica vengano consegnati nelle aree Sae dove manca la corrente ed allacciati dagli operai comunali, in modo che in caso di emergenza le persone possano tornare ad avere energia entro un paio di ore al massimo». Camillozzi poi segnala un altro inconveniente burocratico: «Abbiamo scoperto che chi deve spostare un palo della corrente, ad esempio in occasione di lavori di ricostruzione della propria abitazione, deve attendere alcuni mesi. E’ un problema di burocrazia da affrontare subito».

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