Era stato segnalato un uomo che molestava i clienti e i dipendenti del locale. All’esterno, i poliziotti hanno fermato Mauro Mariani, 52 anni, corridoniano, già noto alle forze dell’ordine e in quel momento in stato di alterazione, forse per qualche bicchiere di troppo, che alla vista degli agenti si è scagliato contro di loro, prima insultandoli poi aggredendoli. L’uomo, esagitato, è stato bloccato dopo alcuni minuti e tratto in arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale: un agente è rimasto ferito.
La condanna a 13 mesi
Il giorno dopo, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, l’uomo è stato condannato a 13 mesi di reclusione. Disposti i domiciliari con il permesso di assentarsi alcune ore al giorno per motivi di lavoro. A seguito di quanto accaduto, nella mattinata di ieri gli è stato notificato un provvedimento di Dacur (divieto di accesso alle aree urbane) emesso dal questore Luigi Silipo, con il quale gli viene vietato di frequentare i bar della provincia per un anno.
Lo scorso 4 ottobre Mariani avrebbe reagito afferrando al polso uno dei due poliziotti tirandolo verso di sé per poi sbracciare e tentare di colpire entrambi. Per questi fatti l’agente è finito al pronto soccorso riportando un trauma alla mano con una prognosi di 10 giorni. Mariani è stato quindi arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Quanto accaduto è stato poi riferito al Pm Enrico Barbieri, e su disposizione del magistrato il 52enne è stato posto agli arresti domiciliari in attesa della fissazione di convalida dell’arresto e del conseguente giudizio direttissimo. Poi è stato condotto in Tribunale dinanzi al giudice Francesca Preziosi e al pubblico ministero Stefano Lanari. Dopo la convalida dell’arresto Mariani, tramite il proprio legale, l’avvocato Marco Emiliozzi, ha chiesto di chiudere la propria posizione con un patteggiamento concordando con il pubblico ministero la pena di 13 mesi di reclusione senza la sospensione condizionale. Il giudice, come detto, ha disposto come misura gli arresti domiciliari con il permesso di recarsi al lavoro.