Sgarbi: “Il Convento degli Zoccolanti
​salvato dalla mia rivolta”

Sgarbi: “Il Convento degli Zoccolanti ​salvato dalla mia rivolta”
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Martedì 1 Dicembre 2015, 12:03
CORRIDONIA - Ancora una volta, gli sgarbi di Vittorio Sgarbi lasciano il segno. Lo rivendica il Pierino nazionale all'indomani dello stanziamento di un milione e quattrocento mila euro da parte del Mibact per il recupero del Complesso degli Zoccolanti a Corridonia. “Non mi piace dire: ve l'avevo detto! Ma non saprei come altro commentare questo successo”. E si spiega: “Sono insorto, quando ho saputo che la Telecom aveva innalzato, a novembre 2014, appena a 20 metri dagli Zoccolanti una antenna alta 36 metri, un mostro gigantesco accanto a un bene culturale insigne risalente al Cinquecento, senza circondarlo e camuffarlo di vegetazione, per ridurne l'impatto. E ho fatto un esposto in Procura, coinvolgendo in primis i carabinieri locali, e presentando dati circostanziati”. In poche parole, come commenta Sgarbi, ha fatto “casino, ma non per amor di polemica! Per difendere il patrimonio da un'ingiuria. E il Comune come ha reagito? Si è risentito! Mi hanno dato del maleducato”. Ricordiamo che intervenendo nel marzo scorso a un convegno a San Francesco di Corridonia, Sgarbi, attualmente assessore alla Rivoluzione e alla Cultura di Urbino, si schierò a fianco del Comitato locale che si era formato per protestare contro l'antenna a due passi dagli Zoccolanti. Il gesto non piacque al sindaco Nelia Calvigioni, che tra l'altro non era neanche presente all'Assise. “Il sindaco mi ha accusato di ingerenza indebita nelle cose del Comune. E invece dovrebbe ringraziarmi!”. Sgarbi sostiene infatti che il recente stanziamento per i beni culturali di Corridonia da parte del Mibact si deve al polverone mediatico da lui sollevato in quella occasione. “Io, tra l'altro, ne avevo immediatamente parlato con Francesco Scoppola, direttore generale dei Beni Culturali, e con il ministro Franceschini. E alla fine... ecco che arrivano un milione e 400 mila euro. E sarebbero caduti dal cielo?”. Il Convento degli Zoccolanti, costruito nel 1510 in cima a una collina, così chiamato dai frati francescani che con gli zoccoli ai piedi scandivano sul selciato del paese, allora chiamato Montolmo, il ritmo rumoroso delle processioni, ha subìto nei secoli ampliamenti e ingiurie: sede di uno Studio di Filosofia e Morale, ospitò fino alla fine del Seicento studenti e illustri personaggi della cultura, della religione e della politica, e fu arricchito di arredi, affreschi, manoscritti e volumi.
Dopo i danni subiti nel terremoto del 1703, fu restaurato, ma dopo l'abolizione degli ordini religiosi da parte di Napoleone cominciò un lento, inesorabile degrado. Fu adibito a caserma di militari e a bigattiera per i bachi da seta, a rifugio per sfollati e famiglie povere. Inoltre la stabilità edilizia ne fu compromessa dall'erosione della collina operata dalla limitrofa fornace Fermani, ai suoi piedi. Oggi impraticabile, il convento degli Zoccolanti è stato inserito a furor di popolo nell'elenco dei Luoghi del Cuore Fai, da salvare. “Ora, lo stanziamento del Mibact – conclude Sgarbi – apre uno spiraglio nella storia del suo salvataggio. Un finanziamento insperato, che consegue a quel mio gesto di rivolta! Non pretendo di essere ringraziato, ma vorrei almeno delle scuse da parte del sindaco di Corridonia! Non mi faccia citare Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa, dove si legge: la voluttà di gridare lo avevo detto... la più forte di cui creatura umana possa godere…”.
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