Dal sisma alla vendita per realizzare appartamenti: come è cambiato il convento. E il priore rivendica il ritorno della mummia

I rilievi sulla salma del "beato" Antonio
I rilievi sulla salma del "beato" Antonio
di Massimo Foghetti
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Martedì 26 Aprile 2022, 10:12

FANO - “Dal terremoto al Coronavirus”: si intitola così il libro fuori commercio scritto da padre Giancarlo Mandolini priore del convento fanese dei frati minori francescani, che fa un resoconto di un periodo in cui sono avvenute profonde trasformazioni in tutto il complesso di Santa Maria Nuova. In pochi anni si sono succeduti i danni provocati dal terremoto, la diffusione della pandemia, la vendita del convento e la sua ristrutturazione in appartamenti di civile abitazione e non ultimo il rinvenimento del corpo dimenticato del “beato” Antonio da Fano, poi trasferito nel convento di Valleremita nei pressi di Fabriano.

La richiesta della salma
«Ora che i lavori sono conclusi – ha dichiarato padre Mandolini – è tempo che il corpo di questo personaggio ritorni a Fano. Invito quindi l’amministrazione comunale a chiederne la restituzione. Ritengo che il luogo più idoneo sia quello in cui è stato ritrovato, ovvero nell’intercapedine tra il muro perimetrale della chiesa e il convento».

Al tempo stesso il priore ha raccolto e pubblicato tutta la documentazione relativa al ritrovamento del corpo: dal sequestro probatorio della bara da parte della polizia locale, allapertura del feretro, al trasferimento nel convento di Fabriano, ai risultati della ricognizione della mummia da parte del dottor Luca Ventura, specialista in anatomia e istologia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila che, già nel 2015 su incarico del professor Gino Fornaciari dell’università di Pisa aveva redatto la relazione delle analisi effettuate sul corpo del beato Sante.

E’ risultato che il “beato” Antonio da Fano, vissuto nel V secolo, era deceduto all’età tra i 45 e i 49 anni, era alto 1,70 metri, era in buone condizioni di nutrizione risultanti da una vita in un ambiente comodo e raffinato, dove non mancava certamente cibo ricercato. Il che conferma le notizie lasciate dagli storici che parlano del personaggio come il confessore di Re Alfonso d’Aragona e legato di Papa Martino V, anche se il frate non risulta essere stato proclamato beato, né venerabile. Era quindi un personaggio importante che trovò sepoltura nella chiesa.

Dopo 600 anni la mummia, resa tale da un processo naturale di disidratazione avvenuto in ambiente sub-aereo in clima secco temperato, è risultata pesare solo 5,085 chili. Nel religioso in atto una patologia vascolare, evidenziata da placche nelle arterie degli arti inferiori.

Realizzati appartamenti
Alcune curiosità: quando negli anni 50 il corpo del detto “beato” Antonio fu trasferito dalla zona dell’altare maggiore nell’intercapedine del muro laterale di Santa Maria Nuova perdendone il ricordo, insieme a lui fu scoperto il corpo di un vero beato che si chiamava come lui originario di Urbino che però fu trasferito senza tanti riguardi nel cimitero centrale.

Padre Mandolini riporta anche l’elenco di 26 famiglie gentilizie fanesi, redatto da Riccardo Paolucci, le cui tombe si trovano sotto il pavimento di Santa Maria Nuova. Il priore poi riporta tutti i lavori fatti nella chiesa per riparare i danni causati dal terremoto del 2016 e le ristrutturazioni conseguenti alla vendita del convento, con la demolizione della grande sala assemblee dove furono celebrate le messe durante il periodo di chiusura dell’edificio principale.

Grazie all’impegno dei francescani Santa Maria Nuova continua a essere una chiesa molto frequentata dai fanesi.

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