Le famiglie scendono in strada nei luoghi dove è vivo l’allarme spaccio: «Non sono ronde»

Le famiglie scendono in strada nei luoghi dove è vivo l’allarme spaccio: «Non sono ronde»
Le famiglie scendono in strada nei luoghi dove è vivo l’allarme spaccio: «Non sono ronde»
di Marco Pagliariccio
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Martedì 19 Ottobre 2021, 08:10

CORRIDONIA -  Non chiamatele ronde. Semplicemente perché non lo sono. Da diverse settimane alcuni genitori corridoniani si sono organizzati per fare delle passeggiate notturne nei luoghi più a rischio per quanto riguardo lo spaccio e la piccola delinquenza cittadini. Obiettivo? Scoraggiarli nel modo più semplice possibile, ovvero con la presenza di occhi attenti laddove il buio, il degrado e l’abbandono forniscono terreno fertile per la loro proliferazione. 


A spiegare la genesi di questa iniziativa, che ormai ogni sabato sera coinvolge decine di genitori e bambini (nell’ultima passeggiata erano circa 25) è Samuele Rita, coordinatore dell’associazione dei genitori. «È nato tutto un po’ per caso – racconta Rita – prima dell’esplosione della pandemia ci incontravamo circa una volta al mese per parlare delle problematiche dei nostri figli, partendo dalle droghe e allargando il discorso ad ampio raggio. In collaborazione con l’associazione La Rondinella abbiamo organizzato più volte incontri con professionisti del settore, ma con la pandemia ci siamo un po’ fermati. Così un mesetto fa mi è venuta l’idea di fare una camminata per le vie del centro, per capire dove vanno i nostri figli e cosa fanno nelle zone più nascoste della città». 


Le zone dell’ex fornace e dell’Enaoli sono i punti caldi più frequentati e non è certo una sorpresa. «Ma andiamo dove vediamo aggregazioni di ragazzini – prosegue l’ideatore delle passeggiate –.

All’inizio eravamo in otto, poi con il passaparola siamo arrivati ad essere una venticinquina. Tutti i sabati verso le 21.30 ci incontriamo e camminiamo, niente di più. Non siamo forze dell’ordine né personale del Comune, ci limitiamo a osservare ciò che vediamo. È chiaro che chi vuole fare qualcosa sia “frenato” se si vede osservato da della gente, per cui le nostre camminate servono a fare da deterrente, a ognuno il suo compito. In alcuni appuntamenti sono venuti con noi anche i carabinieri, ma è giusto che le funzioni siano separate tra noi e loro. Non possiamo né vogliamo sostituirci al ruolo fondamentale delle forze dell’ordine».

L’idea di Rita è però anche quella di tornare all’attività “ordinaria” dell’associazione, che si era un po’ fermata. «Vorremmo tornare ad organizzare incontri e dibattiti sui temi più delicati che si legano ai nostri figli – aggiunge – ma ancora ci stiamo riflettendo». 

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