Civitanova, truffe ai sacerdoti e a una suora: cade l’associazione a delinquere, 11 truffe nel nulla per mancanza di querela

Truffe ai sacerdoti e a una suora, cade l’associazione a delinquere
Truffe ai sacerdoti e a una suora, cade l’associazione a delinquere
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 11 Ottobre 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 12:05
CIVITANOVA Truffe a sacerdoti, una suora e un’economa di una piccola parrocchia, cade il reato di associazione per l’imputato ritenuto essere il capo del sodalizio, dichiarata l’improcedibilità per 11 truffe per mancanza di querela, prescritti altri reati. Si è chiuso ieri così il processo a carico di quattro persone che, secondo l’accusa, avevano costituito un’associazione per truffare uomini e donne di fede: spacciandosi per parrocchiani o appartenenti alle forze dell’ordine o simulando una situazione di grave difficoltà avrebbero chiesto un aiuto economico.  



Per la Procura a capo dell’associazione ci sarebbe stato il civitanovese 42enne Vincenzo Di Maso che nell’estate del 2015 avrebbe effettuato le telefonate e convinto parroci e donne di chiesa a fare dei versamenti su carte Poste pay per aiutarlo. Gli altri coimputati, invece, Angelo Guardiani, civitanovese di 39 anni, Stefano Giardini, 61enne di Porto Sant’Elpidio e Gisleydi Figueredo, cubana di Potenza Picena di 34 anni, erano finiti nell’inchiesta perché titolari delle carte Poste pay sulle quali di volta in volta venivano effettuati i versamenti.

Chi sono le vittime

Le vittime sono tutte di fuori regione, all’epoca avevano dai 43 ai 76 anni e avrebbero versato cifre diverse, quasi tutti sopra i mille euro.

Un parroco, all’epoca 57enne, aveva effettuato otto versamenti in due giorni per un totale di 5.470 euro. Ieri il pm Rosanna Buccini ha chiesto 4 anni per Di Maso per il reato di associazione e il non doversi procedere per prescrizione per tutti gli altri reati. Il collegio ha invece assolto Di Maso dal reato di associazione e dichiarato la prescrizione per gli altri reati a lui contestati, i coimputati sono stati tutti prosciolti (per prescrizione e mancanza di querela). «Siamo soddisfatti che il collegio abbia condiviso, anche se con non poche difficoltà la ricostruzione offerta rilevando la carenza della struttura associativa», ha commentato l’avvocato Domenico Biasco, difensore di Di Maso. I coimputati erano difesi dagli avvocati Paolo Rossi e Vanni Vecchioli.

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