CIVITANOVA - Indagano sui flussi finanziari sospetti della Srl che gestisce lo chalet Cala Maretto e intercettano l’assessore alla Sicurezza e un sottufficiale della Capitaneria di Porto.
Si è chiusa nelle scorse settimane l’indagine della Compagnia di Civitanova della Guardia di finanza che vede sei persone indagate: i due amministratori della Cala Maretto srl Mauro Raschia, 34 anni di Civitanova, e Valerio Merolla, 39 anni di Sant’Elpidio a Mare (per appropriazione indebita); l’assessore alla Sicurezza del comune di Civitanova Giuseppe Cognigni, 59 anni (per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio), e tre militari della Capitaneria di Porto, il sottufficiale Pasquale Catapano, 47 anni e gli ispettori Michele Bottoni, 36 anni e Sharon Iuliano, 27 anni (a vario titolo per abuso d’ufficio e falsità ideologica).
L’inchiesta
Le indagini dei militari delle Fiamme gialle guidati dal capitano Tiziano Padua erano partite nel 2020.
Gli investigatori
Secondo gli investigatori si sarebbero appropriati indebitamente di 88.915 euro della società, depauperando il patrimonio societario a scapito dei creditori e dei lavoratori dipendenti. Così, alla luce del quadro indiziario delineato dalle Fiamme gialle, su richiesta del pm, il gip ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma oggetto di appropriazione indebita (è stata sottoposta a sequestro una polizza vita dal controvalore attuale di 280.000 euro sottoscritta da uno dei due amministratori).
Mentre i finanzieri indagavano sui movimenti finanziari della società avrebbero rilevato anche altre presunte irregolarità compiute da quattro funzionari pubblici. L’assessore Cognigni avrebbe detto a Raschia di aver ricevuto esposti a suo carico e anticipandogli che avrebbe mandato la polizia locale a fare controlli anche al suo locale, lo avrebbe invitato a non lasciare più i cassonetti dell’immondizia fuori dal ristorante, tanto che quando la polizia effettuò i controlli trovò il Cala Maretto in regola, altri esercizi commerciali no. In merito alla Capitaneria di Porto, gli inquirenti avrebbero accertato che durante un controllo effettuato dagli ispettori Bottoni e Iuliano al Cala Maretto Raschia avrebbe chiamato Catapano che a sua volta avrebbe telefonato ai colleghi affinché non contestassero le irregolarità emerse (avevano trovato un trancio di tonno sottovuoto scaduto tre giorni prima). I colleghi non contestarono la sanzione amministrativa (che va da 5.000 a 40.000 euro) concludendo il controllo con esito regolare. Tutti gli indagati respingono le accuse.
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