«Ne usciremo a testa alta»: si difendono gli indagati nell'inchiesta Cala Maretto

«Ne usciremo a testa alta»: si difendono gli indagati nell'inchiesta Cala Maretto
​«Ne usciremo a testa alta»: si difendono gli indagati nell'inchiesta Cala Maretto
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 30 Novembre 2022, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 14:52

MACERATA - Inchiesta della Guardia di Finanza sul Cala Maretto, tutti gli indagati respingono le accuse. Si è chiusa nelle scorse settimane l’indagine della Compagnia di Civitanova della Guardia di finanza che vede sei persone indagate: i due amministratori della Cala Maretto srl Mauro Raschia, 34 anni di Civitanova, e Valerio Merolla, 39 anni di Sant’Elpidio a Mare (per appropriazione indebita); l’assessore alla Sicurezza del Comune di Civitanova Giuseppe Cognigni, 59 anni (per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio), e tre militari della Capitaneria di Porto, il sottufficiale Pasquale Catapano, 47 anni e gli ispettori Michele Bottoni, 36 anni e Sharon Iuliano, 27 anni (a vario titolo per abuso d’ufficio e falsità ideologica).

Gli indagati: «Ne usciremo a testa alta»

L’avvocato Francesco De Minicis ha anticipato che: «Catapano è tranquillissimo di poter uscire a testa alta da questa sconcertante vicenda». Il legale Giovanni Bora, difensore di Bottoni chiarisce: «Resto in attesa di esaminare gli atti processuali, ma leggendo l’imputazione credo che il reato non sussista perché si parla di un trancio di tonno che non era né posto alla vendita né servito e la condotta che si contesta ai militari della Capitaneria è di non aver elevato la contravvenzione in base a una norma che vieta la messa in commercio o la somministrazione degli alimenti scaduti.

Laddove questo alimento non era in commercio non è stata fatta la contestazione, il tutto è avvenuto facendo uso di buon senso e intelligenza, la stessa che sicuramente il pubblico ministero adopererà riconoscendo la correttezza e buona fede dei militari».


L’avvocato Riccardo Sacchi difensore dell’assessore Cognigni: «Siamo in attesa di leggere gli atti di indagine per poi decidere insieme al cliente le migliori strategie difensive da adottare. Confidiamo che questo procedimento penale sia un’occasione in più, anche se non ce n’era il bisogno, per dimostrare l’assoluta correttezza, l’abnegazione, la dedizione e l’operatività con cui l’assessore Cognigni porta avanti le deleghe che gli sono state assegnate con un’assidua presenza nel suo comune».

Su Raschia l’avvocato Alessia Pepi ha puntualizzato: «Siamo assolutamente tranquilli di dimostrarne l’estraneità alle accuse contestate».

Il difensore di Merolla, avvocato Paolo Giustozzi afferma: «Sento il dovere di precisare che le sole condotte contestate al Merolla, (dal 2021 a socio unico), riguardano l’ammontare dei compensi erogati dalla società, perché ritenuti, soltanto dagli inquirenti, eccessivi. In realtà tutti i compensi cui l’accusa si riferisce sono stati regolarmente indicati nella contabilità, e sono andati a remunerare il notevole lavoro svolto continuativamente da Merolla il quale, anche con cospicui apporti di capitale personale, ha consentito al Cala Maretto di essere riconosciuto come un locale di assoluta qualità nella costa maceratese. Le indagini stesse, che abbiamo appreso essere state lunghe e complesse, hanno potuto escludere con riferimento alla gestione del Merolla, la mancanza di illeciti di alcun genere di cui pure si è riferito, considerato anche le vicende che vedono coinvolti pubblici ufficiali non hanno alcun collegamento con Merolla. Si confida nell’operato della magistratura affinché vengano presto chiariti i fatti e restituita piena dignità al mio assistito».

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