Il caso del Covid center di Civitanova: «Convenzione scaduta, 24mila euro al mese per le utenze»

Carancini (Pd) presenta un’interrogazione. Le spese per telesorveglianza, antincendio e riscaldamento

Il caso del Covid center di Civitanova: «Convenzione scaduta, 24mila euro al mese per le utenze»
Il caso del Covid center di Civitanova: «Convenzione scaduta, 24mila euro al mese per le utenze»
di Emanuele Pagnanini
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 07:07

CIVITANOVA  - Smantellamento del Covid center e trasferimento della Tac di ultima generazione, il consigliere regionale Romano Carancini ha presentato una nuova interrogazione all’assessore alla sanità Filippo Saltamartini. Sul tavolo anche la spesa per la manutenzione delle apparecchiature: si parla di «oltre 24mila euro al mese per telesorveglianza, impianto antincendio e riscaldamento per non rovinare le macchine». Spesa che continuerà per tutto il 2024 visto che lo stesso consigliere regionale Borroni (FdI) ha dichiarato che prima della fine dell’anno, il Covid center starà ancora lì con la sua Tac inutilizzata.

La posizione

È tutto il Pd ad insorgere: Giulio Silenzi e Francesco Micucci incalzano sul tema, insieme a Carancini, in conferenza stampa. «La Tac di ultima generazione è ferma da due anni e mezzo – dice l’ex vicesindaco – è vero che il comodato d’uso della fiera tra Comune e Asur è scaduto a marzo 2023, con la fine dell’emergenza Covid, ma il trasferimento poteva già essere programmato prima, quando il Covid non era più una minaccia, ed effettuato subito dopo la scadenza, da cui sono passati 10 mesi.

Del resto, FdI, con Borroni in testa, era sempre stato contrario al Covid center: il 30 giugno 2020 ha manifestato. Poi lo scorso settembre, aveva detto che era questione di settimane. Ora dice che il macchinario sarà a disposizione dell’ospedale entro la fine dell’anno. Dimostrata l’incapacità dei decisori politici ma anche dei dirigenti della sanità».

Micucci, capogruppo Pd in consiglio comunale, ricorda che «la donazione delle apparecchiature a Civitanova era nell’accordo iniziale siglato da Ceriscioli». «Si doveva partire programmando il trasferimento di tutte le attrezzature prima del marzo 2023 – ribadisce – invece è ancora bloccata anche la restituzione della fiera alla città. Dunque un fallimento non solo per l’aspetto sanitario ma anche per quello commerciale ed economico. E stavolta Borroni non può fare il solito scaricabarile con la precedente giunta regionale: negli ultimi due anni e mezzo hanno governato solo loro».

 

La critica

Infine Carancini. «Parliamo di una Tac Slice 128, lasciata ferma ed inutilizzata in una struttura chiusa. Come minimo, una vicenda da Corte dei Conti. Significa che questo governo regionale è indifferente alla salute dei cittadini. E la responsabilità ha anche il nome e il cognome di chi ha diretto la sanità territoriale: Daniela Corsi. Si è creata una chimica negativa con l’assessore Saltamartini che ha portato indietro la sanità maceratese, un tempo modello regionale». Quindi, ricordando le spese mensili, dedotte dalla precedente interrogazione, Carancini ne ha anche per Borroni. «Un civitanovese che fa il cane da guardia, dormiente, del partito invece di fare gli interessi della città».

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