CINGOLI - La morte della cingolana Luisa Capomagi fa riesplodere il caso dell'ospedale di Cingoli e dell'ambulanza senza medico.
Quaranta minuti (dalle 21 alle 21.40) prima di avere le prime cure in via di urgenza per una donna di Cingoli, che alla fine è stata ricoverata all'ospedale di Torrette di Ancona dove è deceduta una decina di giorni dopo. Il caso viene segnalato dal sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini, che ha scritto ai vertici dell'Asur, al presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca e ai consiglieri regionali.
L'episodio risale al 17 novembre, nella frazione di Villa Strada «quando i familiari di una donna che aveva perso conoscenza all'improvviso per un malore chiedono l'intervento del pronto soccorso». Ma l'equipaggio dell'ambulanza, «intervenuta dopo 10-15 minuti era formato esclusivamente da infermieri».
Un medico «successivamente allertato sopraggiungeva dopo 10-15 minuti» e veniva chiesto «l'ausilio di altro personale». «Tralasciando le cause delle morte», il sindaco di Cingoli eleva «la più vibrata protesta per l'organizzazione e la struttura del pronto soccorso (Ppi) del circondario dell'ex Comunità montana del San Vicino». «Nessuna spending review - insiste Saltamartini - può autorizzare lo smembramento del nostro ospedale e il 'rallentamento dei soccorsi per quelle patologie in cui l'urgenza può salvare una vita umana».
Leggi Corriere Adriatico per una settimana gratis - Clicca qui per la PROMO
Ambulanza senza medico
Il caso di una donna morta
1 Minuto di Lettura
Lunedì 1 Dicembre 2014, 15:46 - Ultimo aggiornamento:
2 Dicembre, 16:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA