Egonu-Schlein, tensione in Consiglio a Camerino. Sborgia: «Pierdominici ha tirato verso di noi una pomata per curare il prurito»

Tensione in Consiglio a Camerino. Sborgia: «Pierdominici ha tirato verso di noi una pomata per curare il prurito»
Tensione in Consiglio a Camerino. Sborgia: «Pierdominici ha tirato verso di noi una pomata per curare il prurito»
di Monia Orazi
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Domenica 30 Aprile 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 12:36
CAMERINO - Il presidente del consiglio comunale di Camerino, Cesare Pierdominici, ha tirato un tubetto di pomata ai consiglieri di opposizione, durante la discussione a porte chiuse della mozione presentata dalla minoranza in riferimento a quanto lo stesso Pierdominici aveva scritto commentando un post su Facebook relativo al ritorno in Italia della pallavolista Paola Egonu: «Stessa dentatura di un’altra...», aveva scritto riferendosi a Elly Schlein, segretaria del Partito democratico.  


Le esternazioni non erano sfuggite al circolo dem di Camerino, ed il gruppo consiliare di opposizione Ripartiamo aveva presentato la mozione per chiedere all’amministrazione di prendere le distanze, chiedendo a Pierdominici di dimettersi dalla carica istituzionale. Giovedì sera si è riunito il consiglio comunale e non sono mancate le polemiche. «Al termine della discussione - raccontano i consiglieri del gruppo di minoranza Ripartiamo, guidato dall’ex sindaco Sandro Sborgia - il presidente del consiglio Cesare Pierdominici ha estratto dal taschino una scatoletta, dicendo “questa è Locoidon una pomata per il prurito anale” e successivamente ha mirato e tirato l’oggetto contro i consiglieri di minoranza, sotto gli occhi indifferenti del sindaco Roberto Lucarelli e dell’amministrazione tutta».

Mozione respinta

Per la cronaca la mozione è stata respinta, ma nessuno ha potuto assistere alla discussione, la diretta streaming del Consiglio è stata interrotta, perché la maggioranza ha chiesto e ottenuto di discutere la mozione in modo segreto. Secondo la maggioranza trattasi di argomento inerente la sfera personale del consigliere Pierdominici. Raccontano ancora i consiglieri di minoranza: «I cittadini che stavano assistendo al Consiglio sono stati accompagnati fuori dalla sala consiliare e dall’edificio, dagli agenti della polizia locale stranamente presenti.

Il vicepresidente del Consiglio Giovanni Fedeli, prima di iniziare la discussione ha chiesto a tutti i consiglieri di spegnere i telefonini “a salvaguardia della sicurezza” e li ha invitati a consegnarglieli. Il gruppo Ripartiamo si è opposto ritenendo tale azione illegittima, irrispettoso e lesiva della dignità». Durante la discussione, si legge nella nota dei consiglieri di opposizione Sandro Sborgia, Roberta Fattoretti, Lucia Jajani e Luca Marassi, «né il sindaco né gli altri componenti della maggioranza hanno osato prendere la parola per entrare nel merito della vicenda e dichiarare il loro pensiero a riguardo. E dire che tra di essi siedono un capogruppo che ricopre anche il ruolo di vicepresidente della Regione Marche e rappresentante di una forza politica che si dichiara moderata (il riferimento è a Gianluca Pasqui, ndr); assessori e consiglieri appartenenti al mondo cattolico e associazionistico della città, dai quali era lecito attendersi il ripudio fermo e assoluto di certe considerazioni». Il gruppo Ripartiamo critica l’indifferenza mostrata dalla maggioranza: «L’accaduto, di per sè grottesco, evidenzia in tutta la sua gravità il tragico imbarazzo di un’amministrazione incapace di un confronto aperto su temi che incidono sulla cultura e l’educazione di una collettività e delle giovani generazioni». 

«La debolezza»


«Un comportamento - prosegue il gruppo consiliare di minoranza camerte - che ha posto in tutta la sua drammatica evidenza la debolezza di un sindaco e di una maggioranza che anziché avere il coraggio delle proprie azioni sceglie la via del silenzio e del segreto piuttosto che quella della trasparenza e della chiarezza. Sarebbe stato molto più onorevole e rispettoso ammettere apertamente la condivisione di quelle posizioni piuttosto che dimostrarne la propria accondiscendenza con il silenzio e la seduta segreta».

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