Il lavoro tutto da ripensare partendo da capi e capetti: Marco Bentivogli di Base Italia è autore di “Licenziate i padroni”

Ed. Rizzoli pp. 169 euro 17

Il lavoro tutto da ripensare partendo da capi e capetti: Marco Bentivogli di Base Italia è autore di “Licenziate i padroni”
Il lavoro tutto da ripensare partendo da capi e capetti: Marco Bentivogli di Base Italia è autore di “Licenziate i padroni”
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 12:40

Licenziate i padroni. È una provocazione, quella con cui Marco Bentivogli, fino al 2020 esponente di spicco della Cisl, ora coordinatore della startup civica indipendente Base Italia, imposta il suo discorso su come ripensare il lavoro. Intendiamoci, all’ipotesi di mandare a casa la maggior parte del management attuale, soprattutto italiano, Bentivogli crede fermamente. E dimostra il perché nella prima parte di questo libro, una sorta di manifesto, in cui analizza la situazione attuale della gestione delle imprese.

I vecchi concetti

«In Italia, le dinamiche del rapporto lavorativo restano ancorate a vecchi concetti padronali, anche quando non di padroni/proprietari si parla ma di capi, capetti, manager e direttori delle risorse umane, che della mentalità e dei comportamenti padronali hanno preso tutto il peggio». Non fa sconti a nessuno, dai giovani eredi di industrie famigliari, a manager che hanno studiato il mestiere all'università o nei vari master. È il narcisismo, uno dei vizi capitali dei nuovi manager, contro cui si accende la rabbia dell’autore: «Padroni mediocri, in un Paese con molti capitali e pochi capitalisti, dove la ricchezza si eredita e il capitalismo relazionale fa sì che nelle aziende vengano cooptati i fedelissimi e gli amici degli amici che hanno frequentato le stesse scuole e gli stessi circoli». Ma poi il discorso si allarga al modo di intendere il lavoro, d’ufficio e in fabbrica, che la pandemia ha contribuito a dilatare oltre l’orario stabilito da contratto, in una sorta di disponibilità h24, attraverso il cosiddetto “smart working”. Che non va inteso come il lavoro da casa (da remoto o, ancor peggio, il telelavoro) ma, come dovrebbe indicare l’aggettivo smart, un lavoro intelligente, una nuova dimensione lavorativa e imprenditoriale, costruita su autonomia e libertà, responsabilità e fiducia. Su obiettivi condivisi piuttosto che sulle ore di lavoro. Va costruita, secondo Bentivogli, «una nuova organizzazione del lavoro, resa possibile dalle nuove tecnologie, che meritano una nuova cultura e nuovi pensieri».

La Loccioni

Di esempi virtuosi, ne esistono già adesso. Oltre all’esperienza, da molti esaltata, ma raramente imitata, di Adriano Olivetti, l’autore cita l’azienda marchigiana di Enrico Loccioni, e le sue parole: «Lavoro per crescere come identità personale, in un’organizzazione d'impresa che reinveste nel lavoro i profitti che realizza». Va cambiata, insomma, la mentalità degli imprenditori, non solo per il “buon vivere” dei dipendenti, ma, più ancora, per lo sviluppo di un sistema industriale che, investendo in ricerca e sviluppo, rifiorisca cavalcando le opportunità delle tecnologie digitali, senza penalizzare le risorse umane. Ma è dai gruppi dirigenti che bisogna partire, per vincere una partita tra le più sfidanti del terzo millennio. Bentivogli indica la strada, che passa per la condivisione delle responsabilità e un nuovo umanesimo nel mondo del lavoro.