Il carattere marchigiano sulla cattedra di Pietro: Enrico Cetrari racconta la vita e le opere dei dieci Papi

Il carattere marchigiano sulla cattedra di Pietro: Enrico Cetrari racconta la vita e le opere dei dieci Papi
Il carattere marchigiano sulla cattedra di Pietro: Enrico Cetrari racconta la vita e le opere dei dieci Papi
di Lucilla Nicolini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Novembre 2023, 16:56

Dieci Papi su 266, quanti ne vanta la nostra regione nella storia della Chiesa, non sono molti. Eppure vale la pena saperne di più. E scoprire che alcuni di loro, come Sisto V e Pio IX, hanno svolto un ruolo importante, se non determinante, nella sopravvivenza e, di più, nello sviluppo di un potere, secolare e religioso, che molto ha influito sulla storia d'Italia. Enrico Cetrari, un bancario sui generis, si è incaricato di tracciare, di quei dieci Papi, un ritratto veritiero, esente da banale agiografia, attento ai documenti. Questo intento gli è stato dettato, fin da giovane, da un lungo impegno nel sociale, che ha meritato, a questo ragioniere di Castelfidardo, ruoli di spicco in organizzazioni locali di associazionismo, di servizio e di volontariato. È stato anche collaboratore di testate locali, il che gli ha permesso di affinare stile e attenzione ai dettagli.

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Tra storia e cronaca

La sua ricostruzione delle biografie e dell'operato dei dieci successori di San Pietro, nati in terra di Marca, dimostra lo scrupolo dello storico, ma ha anche la spigliata arguzia del cronista, che sa cogliere umori e caratteri, motivazioni alle azioni e retroscena curiosi. Ogni biografia è corredata, nel libro, da un quadro storico e da illustrazioni.

La nobiltà

Sono nobili, perlopiù, questi Papi, come Marcello II Cervini da Montefano, Clemente XI Albani da Urbino, e Pio IX Mastai Ferretti da Senigallia, che nel 1854 proclamò il dogma dell'Immacolata Concezione.

Ma ci fu, tra loro, anche chi scalò la salita al soglio di Pietro da famiglie borghesi, come Niccolò IV Masci da Ascoli Piceno e Clemente VIII Aldobrandini da Fano. Qualcuno di loro, addirittura, conquistò la massima carica del Vaticano, e della Chiesa, provenendo da una cascina di contadini di Montalto. È il caso di Sisto V, un vero riformatore, astuto e ambizioso. Tanto intelligente e lungimirante da avviare, nei cinque anni del suo pontificato, un processo di modernizzazione dello Stato da lui retto. Un Papa re illuminato, che promosse lo sviluppo edilizio a Roma e nella sua regione, dove è tuttora ricordato da statue, busti, lapidi e intitolazioni. Ancora oggi, a partire dal 2021, a mezzo millennio dalla nascita, continuano nelle Marche le iniziative per commemorarlo e celebrarlo, anche con cortometraggi, docufilm e fiction.

La marchigianità

Di lui, Cetrari rileva la "marchigianità". Scrive: "Era una persona semplice, molto dinamica e determinata, anche irruenta in alcune circostanze. E detestava essere contraddetto... Lo spirito francescano e l'educazione contadina trasparivano in ogni sua azione, perché non poteva dimenticare la vita di sacrifici di quando, da bambino, insieme ai fratelli, andava a raccogliere le erbe e la legna nei boschi e ad accudire le pecore e i porci". Fu lui a dare un duro colpo al banditismo e all'evasione fiscale. E posizionò obelischi nelle piazze di Roma, di cui impostò il primo serio piano regolatore. I ricavato della vendita di questo libro andrà al Centro Papa Giovanni XXIII di Ancona.

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