Nella vita di Valeria Solarino la figura del nonno materno è stata fondamentale. Nonno Angelo: «Una delle figure più importanti della mia vita: mi ha insegnato a camminare, ad andare in bicicletta, a scrivere. Era ferroviere e quandomiraccontava del suo lavoro gli brillavano gli occhi. Ai tempi non sapevo ancora cos’avrei fatto, ma sapevo che volevo far qualcosa con quella luce negli occhi». E quella luce, come racconta al Corriere della Sera, l'ha ritrovata a teatro, nel suo lavoro. «Pensavo che quello degli attori fosse il lavoro più bello del mondo. Ma mi sembrava un sogno troppo grande, come pensare di fare l’astronauta». Poi l'audizione allo Stabile di Torino. La sua fortuna.
I ruoli più importanti
Sul set Valeria Solarino è stata Anita Garibaldi, Lucia Bosè, Francesca Morvillo ma «quello di Angela in Viola di mare.
Il mito Bruce Springsteen
Il suo mito? «Bruce Springsteen. Ci siamo conosciuti nel 2010, alla Festa del Cinema di Roma. Da madrina, ebbi il privilegio di essere invitata a una cena dove c’era anche lui. Non ebbi il coraggio di chiedere foto o autografi, ma parlammo per dieci minuti e a un certo punto disse: “Perché noi artisti...”. E in quel “noi” comprendeva anche me. Quella notte, tornata a casa, faticai ad addormentarmi dall’emozione. Io da piccola ho imparato l’inglese studiando le sue canzoni». La sua canzone preferita? «Bobby Jean».
Da piccola giocava a basket, ora a Valeria piace giocare a tennis, le piace Nadal, ormai un amico. E quando gioca con Giovanni Veronesi, il suo compagno vince lui «perché gioca fin da piccolo. Ma se avessi cominciato prima, sarei molto più brava io».
Capitolo figli. «No, non è mai stato un mio desiderio. Adesso semmai posso pensare di occuparmi di qualcuno. Mi hanno parlato di una forma di tutoraggio per assistere tanti minorenni che arrivano in Italia lasciando i genitori in patria e che hanno bisogno di sostegno per le cose burocratiche, come chiedere i documenti, o per i colloqui a scuola. Loro continuano a stare in istituto».