Ricostruzione, due bandi per 300 milioni per 90 scuole marchigiane danneggiate dal terremoto. Il commissario Legnini: «I soldi sono in cassa»

Una classe di una scuola primaria in una foto d'archivio
Una classe di una scuola primaria in una foto d'archivio
di Francesca Pasquali
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Giovedì 2 Giugno 2022, 07:45

FERMO - Un’unica gara per novanta scuole. Tanti sono i plessi marchigiani che rientrano nell’accordo quadro del Programma straordinario per la riparazione e l’adeguamento sismico degli edifici danneggiati dal terremoto del 2016. La novità è stata presentata ieri mattina. Prevede due bandi. Uno, che per le Marche vale 235 milioni, riguarda gli edifici scolastici non vincolati. Un secondo, che vale 84 milioni per 23 scuole, quelli vincolati. I bandi, rivolti a professionisti e imprese, scadranno il 28 giugno. 

 
Gli istituti
Nel Fermano, nel primo gruppo rientrano le scuole d’infanzia e primaria “Cestoni” di Belmonte Piceno, la primaria “Diaz” di Grottazzolina, palestra, spogliatoi e deposito dell’Itc “Mattei” di Amandola, materna, elementare e media “Alessandrini” di Montefortino e, a Fermo, il biennio dell’Itt “Montani”, il corpo D del Liceo scientifico “Calzecchi Onesti”, il corpo originale dell’Ipsia “Ricci”, il nucleo originale e il corpo ampliamento dell’Itet “Carducci Galilei” e il Liceo classico “Caro”. Gli edifici vincolati che fanno parte del piano sono il convitto e il triennio dell’Itt “Montani”, il Conservatorio “Pergolesi”, il Liceo delle scienze umane “Caro” e la scuola media “Da Vinci Ungaretti”, tutti a Fermo, l’Iiss “Tarantelli” e la scuola media “Gioia” di Sant’Elpidio a Mare e la scuola d’infanzia di Torre San Patrizio. E ancora Montappone (riparazione e adeguamento sismico del polo scolastico Collodi) e Monte Urano (scuola Leopardi).


I plessi
Nell’Ascolano, i plessi non vincolati sui quali si interverrà sono la scuola “Don Bosco”, il polo “D’Azeglio”, la primaria “Don Giussani”, il polo “Cantalamessa” (nuova costruzione), la palestra e la materna “San Filippo”, il polo “Ceci” (costruzione), l’Iti “Fermi”, l’Itis “Mazzocchi” e i corpi A e B del Liceo scientifico “Orsini”, tutti nel capoluogo, l’infanzia e la media di Folignano, l’infanzia e la primaria di Piane di Morro, l’infanzia Capoluogo, la media “Mignini” e la scuola di frazione Stella, a Monsampolo del Tronto, l’infanzia capoluogo a Spinetoli, l’elementare capoluogo, la materna di via Carrafo e la media e la palestra “Mattei” a Castel di Lama, elementari e medie “De Carolis” ad Acquaviva Picena, il corpo A dell’istituto comprensivo di Cupra Marittima, l’Itcg “Fazzini” di Grottammare, l’Ipsia “Guastaferro”, l’Itc “Capriotti” e il Liceo classico “Leopardi” di San Benedetto del Tronto ed infanzia, primaria, palestra, biblioteca e aule della “Leonardo”, a Rotella.

Nel gruppo degli edifici vincolati figurano l’asilo nido “Lo Scarabocchio”, le due sedi della Scuola di architettura e design “Vittoria”, la primaria “Falcone e Borsellino”, la facoltà di Beni culturali, materna ed elementare “Malaspina” e l’Istituto agrario, tutti ad Ascoli Piceno.


Il patrimonio
«L’intervento più qualificante della ricostruzione, che restituirà un patrimonio scolastico sicuro, moderno e sostenibile», l’ha definito il commissario straordinario Giovanni Legnini. Che ha parlato di «risultato arrivato grazie a una grande opera di sinergia istituzionale». Dopo l’aggiudicazione, «improntata prevalentemente a criteri qualitativi», ci sarà la selezione da parte di Invitalia, «da portare a termine entro agosto». Poi, l’accordo quadro con i due subcommissari alla Ricostruzione e il passaggio all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) che «dovrà esprimersi in tempi molto rapidi». In pratica, i quattro affidamenti previsti per ogni intervento (progettazione, servizi tecnici, collaudo e lavori) saranno unificati in uno. Uno snellimento che accorcerà «da dieci a tre mesi» le pratiche per espletare le gare, che non saranno più a carico di Comuni e Province. La palla passa, adesso, a ditte e professionisti, visto che «i soldi sono in cassa e saremmo in grado di liquidare in un giorno». 


Il sistema
Un sistema «rivoluzionario», per Elisa Grande. La consigliera della Presidenza del Consiglio dei ministri e capo del Dipartimento di Casa Italia ha sottolineato la necessità di «ripensare il territorio, ascoltandolo». «La scuola – ha detto – è il centro pulsante della comunità. Perciò, deve essere adeguata e sicura, ma anche adatta alle esigenze formative dei ragazzi e a quelle di chi ci lavora». Plessi sicuri, dunque, ma anche «efficienti, sostenibili e accoglienti, soprattutto nei piccoli Comuni, dove devono assolvere un’ulteriore funzione sociale, oltre che formativa e didattica».

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