In casa per la pandemia ma con pantofole di lusso: la famiglia Marozzi ritorna alla produzione di 30 anni fa

In casa per la pandemia ma con pantofole di lusso La famiglia Marozzi di Casette d’Ete ritorna alla produzione di 30 anni fa
In casa per la pandemia ma con pantofole di lusso La famiglia Marozzi di Casette d’Ete ritorna alla produzione di 30 anni fa
di Massimiliano Viti
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Domenica 21 Febbraio 2021, 06:50

SANT’ELPIDIO A MARE - Il futuro tornare indietro di 30 anni. Oggi, causa l’isolamento forzato dovuto alla pandemia, la pantofola di lusso sta tornando di moda. E la famiglia Marozzi di Casette d’Ete, titolare di Mirial, ha deciso di rispolverare la produzione di pantofole avviata dal nonno e interrotta negli anni’90. Mirial è un’azienda che deve le sue radici a Nazzareno Berdini, calzolaio nei primi del ‘900. Poi l’attività è passata nelle mani del marito di sua figlia Gino Marozzi che nel 1950 ha aperto il calzaturificio Mirial. Per distinguersi nel distretto locale, Gino puntò sulla produzione di pantofole in pelle realizzate con il metodo di lavorazione completamente manuale denominato “fondo America”. 


Un’attività che si è mantenuta brillantemente sul mercato fino agli anni ‘90 quando è stata costretta a cedere il passo ai prodotti low cost di importazione asiatica.

Gli ordini delle pantofole si sono a mano a mano ridotti fino a quando Alberto Marozzi (il figlio di Gino) ha deciso di cambiare strada e di dedicarsi alla produzione di scarpe per grandi marchi. E ha venduto tutta l’attrezzatura utilizzata fino allora per fare le pantofole. Discorso chiuso. Ma la nostalgia di quel prodotto così bello e ben fatto è rimasta nel suo cuore. E si è ravvivata quando nel Natale 2019, in una vetrina di un negozio parigino, ha visto esposte un paio di pantofole molto simili. Il lockdown, con la conseguente riduzione degli ordini da parte delle griffe, sono stati la molla per concretizzare il sogno, quello di ripristinare la produzione di pantofole in pelle.

Una scelta condivisa dal figlio Andrea e dal nipote Matteo Amaolo. «Abbiamo iniziato cercando di ricostruire passo dopo passo la lavorazione originaria, tagliando ed esplorando alcuni modelli del nonno che avevamo in archivio» dicono Alberto, Andrea e Matteo. «La curiosità è che siamo riusciti a ritrovare anche gran parte dell’attrezzatura che avevamo venduto 30 anni fa perché l’azienda che l’aveva acquistata allora non è riuscita a rivenderla. Una volta superate le difficoltà di produzione siamo partiti». 

Il tutto per un investimento da 100.000 euro che piano piano sembra dare i suoi frutti. «Abbiamo sottoposto l’idea ad una griffe che l’ha accolta e stiamo producendo con il loro brand. E con il marchio Mirial siamo riusciti ad intercettare anche la famosa influencer e dj sudcoreana Peggy Guo e stiamo collaborando con il creativo digitale Giorgio Ciccone» raccontano i tre di Mirial che enfatizzano come la produzione sia tutta manuale. La pantofola viene rivoltata due volte. La cucitura è a rovescio. E solo per l’assemblaggio finale occorrono 30 minuti ogni paio. «È molto richiesto il modello ibrido con il fondo in gomma con cui si può uscire da casa e moltissimi clienti ci chiedono di personalizzare il prodotto con le loro iniziali» affermano da Mirial. 

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