Porto San Giorgio e i lavori sul lungomare, comitato ancora in pressing sulle tamerici: «Il Comune ora è in un vicolo cieco»

Porto San Giorgio, lavori sul lungomare, comitato ancora in pressing sulle tamerici: «Il Comune ora è in un vicolo cieco»
Porto San Giorgio, lavori sul lungomare, comitato ancora in pressing sulle tamerici: «Il Comune ora è in un vicolo cieco»
di Serena Murri
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Sabato 13 Gennaio 2024, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 08:43

PORTO SAN GIORGIO - Il Comitato per il lungomare torna sulle tamerici. Le associazioni che fanno capo al comitato si sono rivolte al sindaco Valerio Vesprini e gli hanno inviato una lettera. La missiva è stata sottoscritta da Italia Nostra Fermo, Legambiente Terramare Fermo, Comitato per la mobilità dolce, Comitato per la salvaguardia di viale Cavallotti e del verde di Porto San Giorgio, Fiab Costa Macerata-Fermo, Società Operaia Garibaldi Porto San Giorgio e Gruppo Spontaneo Nelnostropiccolo.

L’appello

«Caro sindaco - dicono nella lettera aperta - sulle tamerici è l’ora del coraggio e della responsabilità.

I lavori del nuovo lungomare a sud sono avviati ed il nodo del filare storico di tamerici viene al pettine. Il lavoro del nostro Comitato è sempre stato, in questa vicenda, di stimolo e proposta, nell’interesse esclusivo dei cittadini e delle persone che amano Porto San Giorgio. L’amministrazione ha commesso gravi errori, da noi ed altri tempestivamente e ripetutamente rilevati, che possono determinare il fallimento del progetto in assenza di una sua decisa assunzione di responsabilità. Nell’aprile 2023 è stato approvato un progetto definitivo che definiva il filare storico di tamerici un’aiuola spartitraffico di piante cresciute disordinatamente e a fine vita, quindi da eliminare per creare un filare, 3 metri più ad est, di essenze più adatte, i cosìddetti alberi di Giuda. Si tratta di una palese falsità, contenuta tra l’altro in un documento che doveva assicurare la coerenza del progetto con gli obiettivi del Pnrr. La relazione botanica che mancava e che lei è stato costretto a far redigere nel maggio 2023, smentisce decisamente che le piante siano moribonde. La pressione della protesta popolare l’ha poi indotta a cambiare linea, nel consiglio comunale di fine novembre scorso, ed affermare che tutte le tamerici verranno trapiantate e che non ci saranno alberi di Giuda (e meno male, perché sono inadatti e crescono molto lentamente). Lei voleva tagliare le piante e adesso vuole spostarle per sostituirle con parcheggi, usando fondi dedicati espressamente dal Pnrr all’adeguamento delle aree pedonali e ciclabili. Una chiara contraddizione, perché il progetto approvato riduce tali aree. Lei non ha voluto mai considerare le alternative di parcheggio ampiamente disponibili nei pressi. Tutti i tecnici del settore riconoscono che il trapianto delle tamerici è ad altissimo rischio e, se fatto correttamente, costosissimo. Esso richiede tempi lunghi incompatibili col cronoprogramma dei lavori. Noi abbiamo chiesto a dicembre al servizio Forestazione della Regione se il filare di tamerici non sia una formazione vegetale monumentale da tutelare ed immediatamente lei ha ricevuto una richiesta di chiarimenti che istruisce il procedimento e definisce piuttosto ardita l’ipotesi di trapianto».

La posizione

Al Comitato sembra che l’amministrazione «si sia messa in un vicolo cieco, che rischia di avere serie conseguenze sulla realizzazione del progetto, di cui lei (scrive rivolgendosi al sindco, ndr) dovrà assumersi la piena responsabilità, perché certo non le sono mancate le occasioni di riflessione. Riconoscere gli errori e porvi rimedio non è una debolezza, è l’espressione più alta di intelligenza politica e coscienza civica. Lasci in pace le tamerici dove sono, a fare ombra e dare ossigeno come fanno da 50 anni. Modifichi subito il progetto e faccia respirare la gente su zone ciclopedonali più ampie. Non sprechi soldi e non rischi di vedersi revocato il finanziamento».

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